Scrivere da Milano City per dire che ora è certo che i morti ( nascosti) dall’8 di marzo a ieri sono stati 770 fa capire che l’errore fa parte del regno del perfettibile, la menzogna lastrica le strade dell’inferno.
E’ in atto, sul dolore di migliaia di milanesi e lombardi il solito gioco dello scaricabarile fra autorità, partiti politici, avventurieri dell’emergenza, menestrelli dell’ottimismo da baci perugina.
Se ben ricordo quando la zona rossa era limitata a Codogno – Lodi sembrava che Milano fosse immune dal virus, qui non c’erano morti, ma solo infettati che andavano ricoverati o messi in quarantena.
La Milano, prima in tutto in Italia,e tra le prime città in Europa per welfare e lavoro, non poteva essere toccata dal virus del secolo; troppo efficiente, troppo internazionale, troppo di troppo, e soprattutto doveva lavorare.
Anche il suo sindaco Beppe Sala, choccato nel veder precipitare il gioiello della Milano europea nel deserto della paura, aveva proclamato che Milano doveva ripartire, il fastidioso virus bisognava neutralizzarlo con l’ottimismo del ” se pò no andà avanti inscì”.
Ora si teme un aprile pesante: i morti sono triplicati in breve tempo, lo stesso Sala parla dell’ecatombe della Baggina come di una ferita per Milano.
Abito nella zona Fiera, vicino al nuovo ospedale costruito in 14 giorni con le donazioni dei privati,sarebbe disonesto affermare che non si è fatto nulla e che lo spirito calvinista della città anche questa volta non abbia assunto un ruolo importante nella gestione dell’emergenza.
Ma se hanno chiuso New York, blindato Londra e Parigi, messo in quarantena megalopoli di tutto il mondo non è che Milano potesse essere esente dalla chiusura totale e da interventi straordinari.
Ed è qui che l’intelligenza collettiva ha abdicato in favore della presunzione di alcuni ras magari interessati a mostrare a tutti i costi il marchio della” Milano siamo noi”.
La Regione Lombardia, quella del governatore Fontana e dell’assessore Gallera, è nell’occhio del ciclone per l’ecatombe della Baggina, per quello che è accaduto nel bergamasco dove è stata archiviata la zona rossa, sembra per superficialità e insipienza.
Ammonire la popolazione che andava in giro per Milano ( ma anche per l’Italia) era doveroso, ma colpevolizzare la stessa per coprire le proprie inadempienze è stato un cattivo esercizio del potere.
Non è il momento di fare polemiche?
Ma quali polemiche.
Sono in corso inchieste della magistratura sull’operato delle residenze per anziani in Lombardia ( il ritorno di Gherardo Colombo è un colpo mortale per i tutori delle libertà di crepare), che in certe circostanze pare abbiano trasformato la disputa delle idee su come affrontare il virus in una sotterranea battaglia politica fra centrodestra e centro sinistra.
Il ruolo di certo Calicchio, ” filosofo” di area leghista al Pio Albergo Trivulzio è sconcertante, e tutto il sistema sanitario della Lombardia, regione fiore all’occhiello dell’autonomia differenziata più che dal vento delle polemiche è travolta dall’ecatombe taciuta.
Chi può scordare che il magnifico assessore alla salute Gallera si propose alla candidatura a sindaco di Milano vista la sua popolarità?
E che il prussiano Fontana, anche nella capitale dell’efficienza, per quanto riguarda le mascherine non ha fatto altro che battibeccare con il potere centrale dopo aver dichiarato che il virus era un raffreddore?
Il Corriere della Sera, il giornale dei milanesi, scrive in cronaca che la battaglia delle mascherine è ancora in corso fra speculazioni sui prezzi, il caos della distribuzione, i ritardi della burocrazia.
Gli angeli della nostra salute, medici e infermieri della “Lombardia mon amour” si sono ribellati alla sinecura regionale: hanno messo nero su bianco che all’annuncite delle autorità competenti non sempre è seguita un’attenzione doverosa su quello che stava succedendo nelle case di cura e negli ospedali lombardi o nelle case private.
Lo stesso presidente Sergio Mattarella ha sottolineato che ora le istituzioni devono dare ai cittadini quello che i cittadini hanno dato in fatto di serietà e consapevolezza nel seguire le disposizioni.
Il governatore Fontana, anche lui ci vuole vedere chiaro, per non finire sul banco degli imputati, ha dichiarato che la presidenza della Repubblica gli ha fatto i complimenti per il buon lavoro.
Gelo dal Quirinale.
Intanto date una mascherina alla bella Madunina.
milano nella bufera fra menzogne ed ecatombe sommersa…..
10 aprile 2020 at 11:33
grazie Ugo, ma negli Usa la sanità è privata, in Cina ci sono 1,400.000 di abitanti, la Lombardia è amministrata dal centrodestra. Punto.Fontana ha fatto quello che doveva fare, come qualsiasi cittadino,non vorrei essere nei suoi panni. ma i morti occultati, i referti truccati, le minacce ai dipendenti, la sinecura degli amministratori sono tra il peggio che la pandemia possa scatenare, E non perchè Fontana è della Lega. Fosse stato del partito comunista combattente sarebbe stata la stessa cosa…..ciaooooooooooooo
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10 aprile 2020 at 11:17
Caro Pierluigi, come sai sono anni luce lontano dal pensiero, si fa per dire, della Lega. Ma non penso sia il caso di sparare ad alzo zero contro Fontana. In questa pandemia sono stati fatti errori da parte di tutti, a cominciare dalla Cina
per arrivare agli USA e agli Stati europei. Si tratta di un Virus sconosciuto. Ovvio che in casi come il Trivulzio e simili la magistratura deve indagare.
Semmai ciò che sconcerta è la pervicacia dei sovranisti/nazionalisti a continuare a speculare su questa contingenza drammatica in chiave antieuropea.
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