Il 2 febbraio del 1943 a Stalingrado i nazi – fascisti si arresero.

Stalingrado da allora è entrata nella cultura di massa proletaria e antifascista.

Le elezioni  regionali di domenica in Emilia – Romagna sono storiche per un semplice motivo.

In discussione c’è non solo la presidenza della Regione o la tenuta del governo giallorosso, ma la tenuta della tradizione della sinistra italiana nella regione rossa per definizione.

Per questo i media parlano di madre di tutte le battaglie, Stalingrado ad esempio.

Ma a Stalingrado si mangiavano  topi, e forse carne umana.

Quindi siamo alla celebrazione di una metafora che per la sinistra è pura enfasi,  ma per la destra nazi – fascistizzata italiana di oggi, è quello che ci vorrebbe:

una Stalingrado in ogni città, fatta  di coraggio, intelligenza, voglia di libertà, visione del mondo.

Qui di seguito un breve estratto de 1939 – 1945 Il racconto della guerra giusta, la vittoria della democrazia.

 Tanto per sapere di cosa stiamo parlando:

 

1943 L’ULTIMA BATTAGLIA DI STALINGRADO

Sul Fronte Orientale avevamo lasciato le truppe del Terzo Reich nella sacca di Stalingrado. L’Armata di Von Paulus era in trappola.

Hitler aveva più volte ribadito che Stalingrado andava tenuta fino alla morte.

A proposito ricordiamo, qui di seguito, le varie fasi della battaglia, prendendo spunto da Werth nel suo “La Russia in Guerra 1941 – 1945”.

Dal 17 luglio al 4 agosto i russi tentarono invano di fermare i tedeschi dentro l’ansa del Don.

Dal 4 al 18 agosto del 1942 grossi contingenti della 6a Armata, con l’appoggio dell’Armata corazzata del generale Hoth, puntando su Stalingrado, avevano invaso la regione compresa nell’ansa del Don.

Dal 19 agosto al 3 settembre la lotta nella regione fra Don e Volga raggiunse la massima intensità, i tedeschi sfondarono nella direzione del Volga a nord di Stalingrado.

600 bombardieri del Terzo Reich causarono la morte di 40.000 civili.Il saliente si stabilì a nord della città.

Fra il 4 e il 13 settembre la battaglia si concentrò fra i sobborghi e il 12 settembre il generale Cuikov venne nominato comandante della 52a Armata.

Dal 13 settembre al 18 novembre si svolse la storica battaglia all’interno della città.

Fino a questo punto i nazisti furono sicuri della vittoria.

Dal 19 novembre scattò la controffensiva russa che portò ai seguenti risultati:

i russi riuscirono a cacciare i tedeschi dentro la città; dal 12 dicembre al 1° gennaio vi fu il tentativo di sfondamento da parte delle armate tedesche di Hoth e Manstein per raggiungere le truppe italo- romene.

L’operazione fallì, la disfatta italiana fu completa.

Dal 10 gennaio al 2 febbraio del 1943 le truppe tedesche e romene furono liquidate definitivamente dopo la controffensiva-

La mazzata per i nazisti fu micidiale: non solo avevano fallito il piano dello spazio vitale, non solo avevano perso una battaglia cruciale nella strategia nazista, ma proprio i nazisti avevano costretto la popolazione anticomunista a difendere Stalin e a fare di Stalin l’eroe dell’Unione Sovietica.

 

 

Tratto da La vittoria della democrazia vol.II – presentazione domenica 26 gennaio H.19 SANTERIA MILANO

 

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