I partiti non ci sono più, dicunt.
Le vecchie organizzazioni di massa del secolo scorso languono o si dissolvono nella società liquida e nella complessità, ridicunt.
Quando ci sono le elezioni,politiche, regionali, comunali, referendarie, però, è un correre scomposto verso la formazione di nuovi raggruppamenti et movimenti al grido ” “non vogliamo fondare un nuovo partitino vogliamo cambiare l’Italia per gli italiani.”
Nel contempo si apre il nuovo dibattito sulla riforma delle legge elettorale.
Tutti d’accordo: in Italia ci sono troppi partiti, non si saprà mai chi ha vinto le elezioni la sera stessa del voto.
Dopo Mattarellum, Porcellum, Rosatellum, ora è la volta del Germanicum : proporzionale con sbarramento al 5%. che poi diventerà il 4%.
Così si va avanti da un decennio,la democrazia parlamentare è un mezzo per tenere in piedi la sopravvivenza del ceto politico.
Nulla più.
Ci vuole un biglietto da visita al tavolo del consociativismo più losco, quello che fa finta che la guerra dell’identità sia più importante delle cose da fare, che tutti vogliono fare, ma preferiscono rimandare.
Partito comunista, Partito comunista lavoratori, Potere al popolo, Verdi ( mi scuso se ho dimenticato qualche prefisso telefonico) sono sempre lì a ricordare, anche orgogliosamente che l’ideale comunista non può morire e che quello ecologista è al massimo.
E forse è il meno leggio.
Perchè il meglio ad esempio, l’ha offerto la Laura Boldrini che si è fatta eleggere da quegli “sfigati” di Sinistra italiana, per poi passare al Pd perchè non si può far politica in un partitino….
Poi si è aggiunta la sfilza di Italia Viva,Azione di Calenda, Europa,ecc. e poi quello di Toti …ma ce ne saranno altri di scuro.
Domanda da milioni di euro: perchè la crisi dei partiti porta alla formazione di nuovi partiti?
Perchè con la crisi del lavoro sia aprono spazi di occupazione politico – politicante, anche se, è bene sottolinearlo, in democrazia ognuno può fare il suo partito per amore del pluralismo.
Tu ti presenti da qualche parte, non lasci morire l’idea originaria, non becchi quasi nulla, forse un possibilità per aprire un sito, una scrivania e una poltrona per dire ci sono.
Di Battista si è riposizionato nella piattaforma Rousseau, Paragone è in cerca di nuove avventure parlamentari,Di Maio pensa che pure gli andasse male potrebbe fare il conferenziere evitando il peggio di cercarsi un lavoro con il reddito di cittadinanza.
Insomma se entri in qualche modo nel giro giusto del marketing politico può sempre dire che essere in pochi non vuol dire nulla, bastano i contenuti, e che se superi le soglia del 4 o 5% puoi sempre far parte della detestata casta.
Nel Pd, o anche nella Lega la solfa non può cambiare. Cosa faccio, se ho solo nobili ideali, ma nessuna scrivania per campare fino alla pensione?
I partiti e i sindacati in questo sono il resort ideale del nuovo conformismo piccolo borghese del ceto medio.
Chi è fuori dal magma istituzionale, insomma, è fuori dalla politica.
Chi è veramente libero e cane sciolto ( molte volte ragiona con la propria testa) è un parolaio inconcludente.
Istintivamente si capisce che il tavolo è truccato, che la democrazia soprattutto in Italia è fatta di lobby, parrocchie, conventicole, settarismi, provincialismi: istintivamente viene voglia di rovesciare il tavolo mandando i bari… al bar.
Il segreto del successo dei partiti è solo quello di partecipare alle elezioni, soprattutto con la menzogna. La classe dirigente, non solo politica, spera nella democrazia; basta che sia quella del capitalismo reale dello sfruttamento reale.
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