In attesa della rifondazione del Pd, con l’inclusione di Sardine, Terzo settore, ambientalisti,….. sarebbe il caso di mettere mano ai decreti sicurezza.
L’urgenza,però, non sembra determinata dalla guerra in Libia e dalla probabile fuga di disperati sulle nostre coste, ma dalla esigenza Pd – Cinque stelle di dare un simbolico segno di discontinuità dal peggiore governo della Repubblica in fatto di rispetto dei diritti umani.
Anche i giornali più progrediti per non dire progressisti ,stanno spingendo la sinistra Pd ( gulp!) nel tentativo di rimuovere o modificare i decreti Salvini uno e due che hanno di fatto cancellato l’accoglienza degli Sprar ( sistema di protezione richiedenti asilo e rifugiati), nonchè comminato multe record per chi salva i migranti.
Ma,finora tutto è rimasto al Papeete, e le correzioni richieste dal Presidente della repubblica sembrano essere il massimo della giustificazione tattica per non scontentare i cinque stelle.
L’autonomia della politica e della sua miseria è chiara: i decreti sicurezza furono avallati dal Conte uno e dai Cinque stelle, come si fa a chiedere alla Casaleggio associati un ‘altra giravolta clownesca, dopo che sul caso Gregoretti già si sono sfondate le porte aperte del tutti insieme appassionatamente?
Anche da parte del movimento delle sardine il suo portavoce ha denunciato l’immobilismo del Pd.
Che i decreti sicurezza, diventino il “conflitto di interessi” del terzo millennio, per cui alla fine a tutti va bene così ( al Felpa la salvezza dell’Italia alla sinistra la salvezza della democrazia) è palese.
Si dice, ad esempio, che oggi il futuro dei giovani sia stato espropriato dai pescecani delle multinazionali, della finanza, dei mercati,ma intanto nel presente bisognerebbe trovare qualche risorsa per il lavoro dei giovani e soprattutto delle donne.
Così per quanto riguarda l’accoglienza.
Se pensi ad un mondo migliore intanto preparati ad una solidarietà decente per chi scappa dalla guerra e dalla fame, al di là dei sondaggi elettorali.
Non è chiedere l’impossibile.
Il papa sulla questione è più avanti delle teste d’uovo di una “sinistra” che si dibatte fra neoliberismo progressista e populismo reazionario, anche fra alcuni strati del suo elettorato ( Emilia – Romagna?).
La politica della miseria, non è solo dare un contentino ai movimenti, ma non dare prospettive di pace e integrazione alle vittime dello sfruttamento e della guerra.
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