Dicunt che Donald Trump con l’attacco missilistico di Bagdad abbia formalmente aperto la campagna elettorale per le presidenziali di novembre.

Quello che è certo è che l’epifania, la manifestazione di una divinità, quella del capitalismo, è stata celebrata in tutta il suo potente artificio in questi giorni dai droni omicidi dell’amministrazione americana contro Soleimani,guerrigliero fondamentalista iraniano, capo dei servizi di sicurezza.

Un’intrusione scellerata in un faticoso processo di pace armata che prevedeva i negoziati sul nucleare dell’Iran.

Che Trump abbia in mente elezioni presidenziali e petrolio lo sanno anche i bambini, che per far questo abbia bisogno di provocare l’ennesimo conflitto del golfo è un’altra cosa.

Perchè l’Amerika non vuole la guerra, così come la folla che ha seguito il feretro del generale eroe, pianto da tutta la Jiad islamica e da Hamas.

Tanto la guerra da quelle parti c’è  da sempre, o almeno  da trent’anni considerando il Desert Storm contro Saddam Hussein come l’atto formale di invasione americana e  occidentale della Mesopotamia, senza contare la guerra del 2003, quella delle armi di distruzione di massa ( che poi non c’erano).

Ora il governo della repubblica federale irachena ha detto agli americani di ritirare le proprie truppe dal territorio, l’Iran ha promesso di cancellare Stati Uniti e Israele dalla faccia della terra ( come fosse facile), Haftar in Libia sta marciando verso Tripoli,  la Russia e la Cina sono preoccupati che le fonti di energia dell’Iran vengano messe in disuso da qualche raid alla Top Gun…

In tutto questo marasma chi continua a sostenere che in questo scenario l’Europa non ha voce in capitolo dice una cosa diventato luogo comune: come fa l’Europa ad avere un ruolo se fatica a mantenere una moneta unica?

Gli anti occidentali fondamentalisti e sovranisti (?) hanno ragione da vendere nel denunciare l’occupazione della loro terra,ma il capitalismo non è solo born and made in Usa.

Mi sembra che a Teheran e a Bagdad si sia sparato contro la popolazione che manifestava contro il carovita, mi sembra che la fusione fra nazionalismo e fondamentalismo religioso ( pure in Israele, anche se a Tel Aviv c’è la democrazia occidentale), abbia partorito massacri su scala industriale: chi è senza peccato scagli il primo missile.

Cosa può fare l’Italia?

I tifosi della guerra si preparano a guardare il gioco del massacro sul Ski digitale terrestre, battersi per la pace, invece, vuol dire battersi per l’accoglienza, il dialogo inter – religioso, e la giustizia sociale.

PS Conclusione scontata, ma inevitabile.

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