Von Clausewitz sosteneva che la guerra è la prosecuzione della politica con altri mezzi.

Il Movimento delle sardine, invece,non violento, ma nemmeno pacifista, a Roma in una edificio occupato ha fatto il punto della situazione con i suoi delegati.

E ovviamente è qui che cominciano i problemi di tutti i movimenti.

Perchè quello che i media ormai chiamano movimento ittico,  dopo aver riempito pure Piazza S. Giovanni a Roma, ha il problema di non farsi contaminare: da tutto e da tutti.

La purezza ontologica dell’esser Sardine, infatti,non è che rischi di essere ingoiata solo dalla politica del politichese.

E’ soprattutto il marketing politico professionista pronto a tuffarsi a pesce in ogni movimento cercando l’idea giusta per uscire da uno degli impedimenti del nostro tempo: il rapporto fra chi governa e chi è governato.

Ha ragione Luigi  Manconi  quando su Repubblica sottolinea che i movimenti dei girotondi, dei vaffa,del popolo viola, dei forconi, dei disobbedienti etc, hanno alla fine partorito capi e capetti  che a livello istituzionale hanno fatto la  fine che in apparenza detestavano:un posto nel mondo della Politica professionale ( quelli pagati, insomma).

Una volta, però, che diventi organizzazione permanente devi per forza avere dei capi, delle guide, degli intellettuali, dei militanti, dei tastieristi: non tutto ti è regalato perchè ti presenti diverso.

Il prezzo da pagare per tutti quelli che fanno politica, infatti,è dover scendere a patti  con il potere, mediando, ricucendo, distinguendo, proponendo.

La piazza conta quando al numero dei partecipanti si unisce la forza delle idee.

Il pre – politico, l’impolitico,lo stato d’animo sono essenziali per chi vuol rompere non il passato, è vero.

Ma , in Occidente, nell’Europa della crisi bancarie chi ha interesse a cambiare lo stato delle cose?

Lo stato delle cose presenti, in fondo, non prevede nè la morte per guerra, nè la morte per carestia, nè il dolore per essere venuti al mondo nel posto sbagliato come succede in altri parti del mondo ai noi fin troppo note.

Aver sottolineato che il movimento è antifascista, e che l’abolizione dei decreti sicurezza, è prioritario, da parte delle Sardine  è quindi già un passo avanti decisivo verso quel modo di essere, che non è  di destra, nè di centro, ma finalmente di sinistra.

Se son rose fioriranno, se sono pesci nuoteranno.

A meno che il movimento delle Sardine non escluda il proletariato vecchio e nuovo.

Qui sta il problema.

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