Mentre il governo balla fra prescrizione,Mes, caso Bibbiano è emergenza lavoro.

Che in Italia però c’è da sempre, ma che ora assume il ruolo di prescrizione dei diritti di chi lavora.

A Taranto l’ex Ilva ha presentato un piano industriale che prevede 4.900 esuberi al 2023, di cui 2.900 da subito.

D’altronde sul tavolo del Mise ( ministero per lo sviluppo economico) ci sono 160 casi di crisi aziendali.

Quelli più clamorosi, Ev ilva 5.000 esuberi, Unicredit 8.000,Alitalia 5.000, Whirlpool 800, Bosch di Bari 640, Embraco Chieti 500 tagli, sono solo una parte di 400 mila impieghi a rischio.

Mani nei capelli dunque per chi non ha un lavoro ( nonostante il reddito di cittadinanza. “precario”)..

Ma anche per chi un lavoro ce l’ha e lo vede messo a rischio da un neoliberismo che con il primato della finanza e della tecnologia, ogni giorno mette in chiaro che se il socialismo reale era irriformabile, il capitalismo dal volto disumano ha le  sue leggi da rispettare.

Che poi alla fine si riducono ad una: più licenzi, più voli in borsa, la forza -lavoro a questo punto diventa solo merce da ricollocare a casa, o piazzare in pensione con congrui incentivi ( settore bancario e assicurativo i più fortunati)

I sindacati confederali paiono paralizzati di fronte all’ennesima rivoluzione industriale, a Taranto si parla di Caporetto di Cgil, Cisl e Uil.

Chi può impedire ad una multinazionale di andare in Cina e in India a produrre acciaio quando la forza – lavoro lì è merce da discount? Chi può contestate che l’home banking sostituisce migliaia di lavoratori del credito?, tanto per fare due esempi alla conoscenza di tutti.

Se per Unicredit e Alitalia parliamo di aristocrazia lavorativa ( senza nulla togliere ai sacrosanti diritti dei lavoratori), per gli operai dell’Ilva dove l’emergenza salute conta più dell’emergenza lavoro la mazzata è doppia: niente salute, niente lavoro.

E nelle campagne il caporalato con  il suo carico di sfruttamento odioso, soprattutto di operai stranieri, è lì a testimoniare che non solo l’analisi marxista è attuale, ma per ora rimane insuperabile nella sua pars destruens di critica all’economia politica.

Non è questa nè ideologia facile, nè retorica marxista ad uso e consumo dell’Ottocento e del Novecento.

Landini davanti agli esuberi prospettati da Unicredit ha dichiarato che ” il lavoro viene trattato come una merce”..

Scoperta dell’acqua calda, scritta con affetto: che la forza lavoro sia la merce più preziosa nella riproduzione della ricchezza globale è un dato di fatto, che non ha bisogno di rassicurazioni concettuali, visto che il massacro dei diritti dei lavoratori  avviene ogni giorno.

L’inciviltà sul lavoro, fatta di contratti a termine, contratti precari e pirata, stage non pagati, mortificazioni dei giovani proletari è però contrastata soprattutto dai sindacati di base, gli unici che mantengono un codice etico almeno socialdemocratico nel lottare contro la divisione dei lavoratori  e battendosi per quelli  più poveri.

Gli squali sovranisti e nazional socialisti che parlano  di popolo italiano ùber alles senza distinzione di classe vinceranno pure le elezioni, ma contro gli interessi di classe degli sfruttati.

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