Stefano Bonacini, candidato alle regionali del 26 gennaio in Emilia – Romagna per la Sinistra, ha manifestato il suo disappunto  per la decisione della piattaforma Rousseau dei 5S di correre alle tornata elettorale in solitudine.

La base ” sovietica” in diretta ha sconfessato Di Maio che chiedeva una pausa di riflessione dalle batoste elettorali: è evidente che se il 26/1 2020 il movimento di Grillo e Di Maio raccattasse come sembra il 5% dei voti, Giggino dovrebbe andare a casa.

Se poi vincesse Salvini andrebbe a casa pure il governo che stenta su tutto, pure per chi lo ha voluto per sbarrare la strada al fastistume leghista.

A forza di oscillare fra taxi del mare, collaborazionismo con la lega sui decreti sicurezza, chiusura dell’Ilva senza piano sostitutivo  credibile, il movimento giallo è rimasta una sostanza inconoscibile, fragile da ogni punto di vista, anche quello della lotta contro la casta ( vedi ministro Trenta).

La teoria di Cacciari-  Bersani di fare un accordo di programma a lungo termine con quel che resta del giorno del “vaffa” si scontra con un va’ dove ti porta il cuore che lascia pochi dubbi: Di Maio, Toninelli, Di Battista,Paragone c’entrano poco con la storia del movimento operaio e proletario.A forza di manifestare odio contro il Pd, hanno finito per favorire l’anticomunismo leghista, Salvini è pronto ad accogliere il figliol prodigo.

Chi a sinistra si compiace del suicidio insipiente della politica dei vertici, puntando sul fatto che i fuoriusciti dei 5S andranno a votare a sinistra, spera che il domani sia meglio dell’oggi, che è naturale per l’esistenza individuale, ma che in politica equivale a sperare nel colpo di fortuna.

Tornare nelle piazze, lasciando i palazzi, è inimmaginabile per i grillini, ci sono le sardine, nascono altre sensibilità,  il populismo  senza meta ha stancato.

Però stiamo parlando di elezioni.

Il movimento reale vuole soluzioni per l’Ilva che non siano quelle di lasciare tutto com’è, per l’integrazione dei migranti, per la disoccupazione. per uscire dalla crisi ecc, ecc, ecc,

Giuseppe Conte potrebbe essere la soluzione per i cinque stelle vicini al PD.

Ripigliare qualche voto per esserci non è un’impresa così titanica.Lo fanno tutti.

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