Quando Silvio Berlusconi in una intervista dei primi anni novanta dichiarò che se avesse votato a Roma per il sindaco avrebbe scelto Gianfranco Fini e non Francesco Rutelli fu bollato come Cavaliere Nero.
Sdoganò i missini, poi Fini a Fiuggi fondò Alleanza nazionale.
Non bisognava lasciare il paese ai feroci comunisti di Achille Occhetto, diceva il Silvio, che poi per vent’anni fece credere agli italiani compiacenti che la colpa della crisi della prima repubblica fosse addebitabile solo ai comunisti.
Ma vedendo quello che succede oggi a Liliana Segre, di religione ebraica,senatrice a vita deportata da bambina ad Auschwitz,che viene insultata da hater, ( squadristi nazi – fascisti da tastiera) ogni giorno, il buon Silvio sembra un innocente qualunquista da bar.
Il vero sdoganatore della cultura del fascistume assoluto, infatti,è l’ex ministro degli interni, il Felpa,duce del Papeete, Matteo Salvini.
(Salvini, come si sa, ha amicizie pericolose: Savoini, il tangentaro del Russiagate, è o è stato dichiaratamente un nazionalsocialista).
Ma una parte di italiani sembra non avere problemi con odio razziale, omofobia, antisemitismo, nazi da stadio etc.
Molti che votano Lega, Fdi, non hanno un’ideologia precisa: sono passati magari dalla sinistra alla destra,così come si passa da un canale all’altro con il telecomando, i diritti civili sono un’interferenza nella kermesse delle televendite del politichese.
Si dice, da parte della canea reazionaria, che i connazionali stiano troppo male per avere dei grattacapi morali ed etici: prima la pagnotta o il telefonino, il resto è per chi ha soldi e tempo da perdere.
Ad indignarsi dell’indifferenza, della noia, della superficialità di certi ambienti democratico – reazionari di massa davanti alla crudele gogna cui vengono sottoposti i tanti cittadini della diversità sembrano rimaste minoranze acculturate dall’antifascismo di maniera: solo all’11 per cento degli italiani interessa, ad esempio, l’abolizione dei decreti sicurezza,( fra questi spiccano anche gli afascisti dei cinque stelle come Di Maio,furioso ad ogni sbarco a Pozzallo).
Così il voto di domenica in Umbria ha riproposto il dibattito se per caso gli italiani siano così cambiati in pochi anni,( nel 2014 votarono in massa per Renzi), da far pensare che un nuovo fascismo strisciante, come succede d’altronde in tante democrazie europee, sia cosa fatta.
Eppure, soprattutto in Tv,anche a sinistra, il termine fascista per indicare le tendenze culturali del nuovo centrodestra viene usato con il contagocce: si preferisce destra estrema, ad andar bene, se no sovranismo, che ha sostituito populismo,caduto in disgrazia con la caduta dei Cinque stelle.
(E pensare che a definire Berlusconi “psiconano sdoganatore” fu proprio un blog di Grillo).
Con il pessimismo della ragione viene da pensare che anche in questo caso indietro non si torna e che l’antifascismo in Italia, più che sentimento di massa,stia diventando una mozione degli affetti.
Per questo forse la vera strategia del fascistume del centro destra è l’ elezione del presidente della repubblica dopo Mattarella.
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6 novembre 2019 at 14:08
Salvini, però, è amico dei nazisti, lo sai benissimo che è provato scientificamente,Dovessimo rimanere quattro gatti catto – comunisti leninisti anarchici,un’armata brancaleone di cause perse non passerà. ciao, grazie.pier
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4 novembre 2019 at 14:21
Credo che, con una sintesi semplificatrice, si possa dire che salvini abbia saputo investire su una diffusa duplice debolezza: intellettuale e culturale. E il centrosinistra non di. MOstra, disaper Contrapporre la necessaria compattezza a questo agguerrito e pericoloso centrodestra e si perde nelle conittualita quotidiane alimentate più da interessi personali che dal bene del paese. Ugo
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