Come volevasi dimostrare l’Umbria, una roccaforte rossa da 50 anni, è stata spazzata via dalla Lega del Duce del Paapete con il 37% dei voti, con la Meloni al 10% e Forza Italia al 5,5 per un totale del 57, 5%.
Così da eleggere Donatella Tesei, gruppo Lega, ex missina, a presidente della Regione con 20 punti in più di Vincenzo Bianconi candidato del Patto giallorosso Pd – Cinque stelle.
I cinque stelle sono i veri sconfitti di questa tornata elettorale, il loro risultato, un misero 7,41, è una disfatta in tutti i sensi, mentre il PD con il 22,33 salva la faccia ma perde in sostanza la regione che nel 2015 gli aveva dato un 37,5%.
Avrete modo di leggere e ascoltare le analisi di notisti molto più bravi di questo blog, ma se il Pd ha perso migliaia di voti popolari anche in questa regione è grazie alla cattiva gestione di Sanità,infrastrutture, occupazione, terremoto ecc, tutte cose che rispecchiano il declino nazionale del centrosinistra.
Salvini fa il suo gioco,invoca elezioni come era prevedibile, sostiene che il governo parlamentare è abusivo, ( in piena sindrome mussoliniana), ma Conte, Zingaretti. Di Maio escono con le ossa rotte e non solo per colpa di Renzi che spera di tornare in auge annettendo la patetica pattuglia di Forza Italia.
E’ scontato che nel voto umbro si sintetizzino sia i malumori verso il precedente governo regionale di sinistra, sia la fragilità di un governo nato senz’anima e poco credibile sulla manovra finanziaria.
Una cosa non esclude l’altra.
La cosiddetta Sinistra radicale, poi, è sempre assente attestandosi su posizioni irrisorie.
Domanda non provocatoria:come mai in Turingia, in Germania la Linke ha il 30%, in Portogallo è al governo in Spagna e Grecia è protagonista, mentre in Italia conta come il due di picche?
Il governo ora balla coi lupi, nel mezzo di scontri, divisioni, acrimonie, tradimenti, ma difficilmente si andrà alle urne, prima del marzo del 2020.
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