Ar Testaccio de Roma grande sventolio di bandiere rosse alla festa di art 1.

Sul palco il presidente Giuseppe Conte, intervistato da Enrico Mentana.

Tutto bene, tutto bello perchè il Giuseppe è come il suo omonimo Antonio all’Inter,  passando dall’altra parte della barricata promette vittorie per almeno tre anni e mezzo fino alla scadenza del suo mandato / contratto.

Il primo politico, il secondo calcistico, tanto per non confondersi….

L’ironia è necessaria per vedere il bicchiere mezzo pieno e per scordarsi quello mezzo vuoto.

Sui migranti nessuna concessione alla revoca dei famigerati decreti sicurezza uno e due,tanto buon senso sull’Europa, una parola di conforto per i sindacati, e uno per il Pd, di cui Conte si fida al contrario di Diba, il Che Guevara  dal cuore nero.

La trasformazione di Conte, da costoletta di maiale della destra a costola senza diminutivo della sinistra, è un buon piatto da servire più alla nomenclatura di sinistra, che al suo popolo, come ha mostrato l’atmosfera della festa romana dove gli entusiasti erano i dirigenti di art.1, approdati al governo con Speranza, meno i militanti che sventolavano bandiere rosse.

Ci ripetiamo, ma siamo in buona compagnia, piuttosto di vedere un ministro degli interni che incita all’odio razziale, che sequestra le navi italiane, che da buon nazionalsocialista fallito a Pontida annuncia la battaglia del popolo italiano contro le elite comuniste e massoniche è meglio Giuseppe / Antonio Conte.

Ma bisogna stare attenti ai facili entusiasmi perchè Conte sarà pure cattolico di sinistra, sarà animato da buona fede, si sentirà libero dalle catene del nazionalismo di destra, ma la sinistra che deve ritrovare è ancora lì, senza anima ad aspettare di poter governare senza ribaltoni sociali che metterebbero in seria difficoltà i conti con l’Europa.

Facciamo gli auguri a Conte, ma lasciamo  le costole ai master – chef.

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