Si potrebbe chiamare la maledizione dei Matteo.
Quello di Pontida è oggettivamente un ostacolo alla civile convivenza, quello di Italia Viva è l’ennesima dimostrazione del riposizionarsi delle classi dirigenti dopo la rivoluzione d’agosto.
Renzi, che portò il Pd al 40,8% alle Europee del 2014 e che poi ha creato il presupposto della formazione del governo Conte, non si può dire che non sappia far politica in senso parlamentare – politicista.
Con il proletariato c’entra col cavolo a merenda, ma questo già lo si sapeva.
Il suo cretinismo parlamentare, quello che crede che tutta la storia umana dipenda dai voti che prendi in parlamento, va verso una nuova avventura, buona per tutte le stagioni.
Il gruppo parlamentare che va formandosi sotto il suo comando strategico è poderoso: due ministri, un sottosegretario, dai trenta ai 40 parlamentari.
Avrà il potere di inserirsi in tutte le nomine degli enti, ma avrà la possibilità di spaccare il centrodestra attirando nel grande centro ( sulla carta) pure i “forza italia” più liberali mettendo in seria difficoltà Salvini -Meloni, cacciati all’estrema destra fascio . populista senza alleati centristi.
Si è parlato di un novello Craxi Ghino di Tacco, capace di infiltrarsi fra Pd e cinque stelle, si è parlato di un progetto alla Macron che sappia battere la destra con un patto fra liberali di centro e socialdemocratici di sinistra.
Una cosa è sicura: adesso per Zingaretti e soci non c’è più l’alibi di una destra del partito targata Renzi che frena le sorti progressive di una rivoluzione riformista.
Ma la partita è tutta da giocare, anche se secondo me è poco appassionante, molto velleitaria, ma soprattutto stacca sempre più i cittadini da un politica che ha perso la bussola e che vede nel proporzionale del tutti insieme appassionatamente il modo di non cambiare alla fine nulla.
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