Tre o a quattro euro all’ora,contratti sporchi per 200 euro mensili, ( il resto è in nero), la ricchezza e il profitto di veri banditi dell’impresa protetti dalle istituzioni, un esercito di 650.000 donne sfruttate come bestie nelle imprese di pulizia di hotel e uffici.
E’ questo uno dei quadri che emergono dalla varie inchieste che ogni tanto compaiono sui giornali ” progressisti”, che sono costretti a cimentarsi con lo sfruttamento della manodopera femminile che in Italia è strutturale come la pizza,la mafia e il fascismo.
Così il partito dell’odio via Facebook e social che scatena la caccia al” negro” ( ebreo) omicida, che insulta tutto ciò che non rientra nella cultura del nazionale e sociale ( nazional – socialismo), è solo l’iceberg di una violenza più profonda, più storica,quasi peculiare nel concepire la fatica di chi è disposto a vendere forza lavoro a delinquenti in guanti bianchi che straparlano di democrazia.
Si capisce benissimo,allora, perchè chi si ribella è violento a prescindere, perchè il conformismo della sinistra riguardo alla varie forme di antagonismo sia un compendio alla propria incapacità di difendere i proletari: la difesa dei propri privilegi, anche a sinistra, ha coinciso con lo sfruttamento neo liberista.
Il paese dell’abbandono scolastico, del caporalato, del lavoro nero, dello sfruttamento delle donne sul lavoro si fa bello quando le caste al potere non rischiano nulla nell’essere falsamente virtuose e autenticamente ipocrite.
Salvini è solo la testimonianza pietrificata della via italiana al fascismo perenne,ma l’opposizione istituzionale dovrebbe perlomeno avere il coraggio di far rispettare la costituzione, sempre.
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