Quello che è accaduto a Torino il primo maggio con la rissa fra servizio d’ordine del PD e NO Tav e le manganellate della polizia,  a No TAV e centri sociali naturalmente, dice una cosa nota e risaputa: la liturgica affermazione di “unità unità” è una preghiera più che un programma.

Al Tg3  della notte Marco Revelli ha giustamente parlato di un primo maggio di luci e ombre visto quello che  era accaduto a Torino.

Il sindacalista dell’Usb, l’ italo – ivoriano Aboubakar, che lavora coi migranti della filiera agroalimentare, immortalato la mattina nella foto  con Papa Francesco, ( come Greta), ha ribadito che gli invisibili e gli esclusi hanno avuto poco spazio nei cortei del primo maggio.

Sempre Revelli, ma questa è una considerazione tardiva, ha notato che nel corteo sindacale al di là delle bandiere e gonfaloni della tradizione il clima era mogio, mentre l’unica energia positiva veniva dai No TAV, ( questione di età?).

In altre parole: la sinistra istituzionale targata PD sembra non comprendere che per riprendere l’iniziativa dal basso è inevitabile coinvolgere nuovi lavoratori, nuovi proletari, nuovi protagonisti della produzione della ricchezza altrui.

I vertici sindacali, per ammissione dello stesso Landini, non è che in questi anni abbiano dato prova di coraggio civile, anzi.

La sinistra sembra divisa in modo netto: c’è chi presume che basta salire sulla carovana dell’ecologia, del movimentismo ambientalista, dell’emancipazione delle donne lasciando al destino forme di lotta e organizzative e chi, trovandosi orfani dello stato sociale non sa a chi votarsi.

( La protesta dei riders è indicativa dello scollamento fra sindacalismo statuale e bisogni degli ultimi).

Per cercare di non trincerarsi in un sindacato della terza età, pensionati e garantiti,l’apertura del Pd verso i movimenti dovrebbe superare antichi tabù della divisione fra partito – istituzione e movimentismo, che suona come contrapposizione fra garantiti e non garantiti degli anni settanta, ( patetico lo scontro per prendere la testa del corteo….).

Le nostalgie egemoni di una sinistra di governo forse è meglio abbandonarle e pensare ad una opposizione che vada oltre il comizio del primo maggio.

La vere note positive sono venuta dall’invito di Landini all’antifascismo dal palco di Bologna e dal coro di Bella Ciao al concertone in Piazza S. Giovanni a Roma.

Ma gli emigrati nel corteo confederale si dice non fossero molti.

 

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