Le metafore si sono sprecate così come è sacrosanto e necessario che sia nel mondo della società dello spettacolo.

La rapsodica interpretazione della diretta Tv, tutto l’incendio minuto per minuto, è stata l’occasione per decretare sia la fine dell’occidente, sia la fine di un ciclo di primato della nostra cultura,  sia un segno di decadenza europea.

Tutte considerazioni, mi sembra, scontate.

La crisi dell’Europa è sulla bocca di tutti tutti i giorni, tanto è vero che in Inghilterra hanno votato la Brexit.

Il segno di speranza, invece, sta nelle milioni di mani che nei secoli hanno costruito, ricostruito, restaurato la cattedrale d’Europa per eccellenza.

In altre parole, è il ricambio organico fra uomo e natura che ha creato la cultura.

E tutto finisce lì; i paesi della Unione hanno un’idea dell’Europa che si commuove per Notre – Dame e poi litiga su tutto, a cominciare da chi si prenderà, come pare, i profughi della guerra libica.

Certamente è stato un colpo basso per la Francia di Macron alle prese con mille difficoltà, un colpo per chi ama la bellezza in sè, ma non ha cambiato il corso della storia come il crollo delle Torri Gemelle dell’11 settembre.

Mentre il buon Salvini, ha già decretato che i porti resteranno chiusi, scontrandosi coi vertici militari, anche la Francia si appresta a fare lo stesso.

Non c’è un nemico all’origine  del fuoco, sembra che ci sia solo l’insipienza dolosa dell’amministrazione della cattedrale o l’accadimento di un errore umano.

Così l’europeo ariano della ex Padania ha trovato subito nei futuri terroristi che arriveranno in Italia nuovo materiale per la continuazione della campagna elettorale.

Il dolore per la cattedrale ferita non poteva e non potrà cambiare nulla.

L’aiuto della Francia ad Haftar, la vendita delle armi di alcuni paesi europei ai contendenti di Libia ( Italia compresa), l’egoismo fascista di  Visegrad  non possono farci dire “siamo tutti francesi”.

Con Notre – Dame sei un europeo con l’anima indebolita, con i popoli dell’Africa o del Medio Oriente non c’è la stessa emozione per i loro patimenti.

La chiesa sarà ricostruita, i soldi ci sono anche grazie alla Meloni che si dimostra donna di profonda cultura religiosa tanto da chiedere  una colletta europea per ricostruire il simbolo della nostra identità…….

Senza post fascisti filantropi, comunque, siamo già arrivati a 700 milioni di donazioni.

Ma da quando migliaia di morti in mare sono il frutto dei respingimenti della civile Europa, piangere sulla devastazione di un simbolo è la naturale mozione degli affetti, per nascondere i difetti.

Mi sentirò veramente europeo quando si salveranno vite umane, secondo diritto internazionale.

Sic transit gloria mundi disse il Cavaliere.

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