Adesso che anche il ministro dell’Economia Tria ha dichiarato che la crescita per il 2019 sarà prossima alla zero ci si accorge che a pagare saranno i soliti.
La scoperta dell’acqua calda che fa della politica l’arte della falsificazione permanente dell’economia, struttura e sovrastruttura sono categorie del secolo scorso e di quello precedente, rischia di ustionare la credibilità di quelli che parlavano di un miracolo economico e di una bellissimo 2019 ( Di Maio + Conte).
Boccia e la Confindustria preferiscono elezioni anticipate davanti allo spettro di una ennesima crisi determinata dal bisogno delle casse dello stato di 23 miliardi per rintuzzare l’aumento dell’Iva.
Di solito è quando c’è da pagare il conto che la fratellanza della famiglia tradizionale cede il posto al tutti contro tutti: chi si assumerà l’onore della manovra economica di settembre?
Per questo la fatidica data delle elezioni europee quale resa dei conti fra lega e Cinque stelle è già ampiamente surrogata dalla nuova scadenza.
Tutte le finte schermaglie su famiglie, migrazioni, legittima difesa, quota cento saranno abbattute se qualche soldo entrerà nelle tasche degli italiani.
Non dei più bisognosi e dei meno abbienti: insomma, per usare una categoria tabù solo i proletari pagheranno caro e pagheranno tutto.
Tanto quelli sono votati per finalismo antropologico a pagare per tutti, sempre e ovunque la distribuzione della ricchezza è assistenza e non scelta politica.
La destra reazionaria e para -fascista italiana non ha mai distribuito la ricchezza e i diritti se non quando la pressione delle masse organizzate dalla sinistra, facendo finta di volere il comunismo, lottavano per riforme che negli altri paesi d’Europa erano diritti acquisiti da anni, ( Anche le Brigate Rosse parlarono di riformismo armato – informarsi please).
Il governo durerà finchè qualcuno non ci chiederà conto del debito e della non crescita, come nel 2011 quando Berlusconi uscì da Quirinale dalla porta di servizio.
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