Si è votato in Abruzzo per l’elezione del presidente di regione e ha vinto il centrodestra a trazione leghista con Marsilio. I cinque stelle hanno perso venti punti, superati al secondo posto dal centrosinistra con il 31%.

Ma la partita è stata vinta dalla democrazia dell’astensione con il 48%, segno di una disaffezione mai vista, o quasi, fra i cittadini che sembrano non credere manco a quello che hanno votato il 4 marzo alle politiche.

Nulla cambierà al governo e ci mancherebbe. Vi  sarà solo un rapporto più tignoso fra Matteo il Felpa, paranoico razzista che contesta pure l’italiano Mahmood di Gratosoglio che ha vinto il festival di Sanremo, e la squadra di Giggino Di Maio e Di Battista che vedono disperdersi il loro bottino elettorale… a destra.

Lo spostamento dei 5stelle a destra sulla questione migranti ha portato tanti transfughi della sinistra passati ai grillini a disertare le urne: visto che il pd in abruzzo non è che abbia avuto un grande risultato e che il centro sinistra nel suo complesso ha ottenuto il 31 per cento vuol dire che alla disperata ci si è messi assieme in chiave ulivista 2.0-

Più consistente secondo me la manifestazione Cgil di Landini a Roma e il corteo anarchico a Torino che ha spiazzato pure la sinistra fru fru per la partecipazione.

Il gioco delle lunghe elezioni europee è appena iniziato: quando a maggio sarà distribuita in qualche modo la prima tranche del reddito di cittadinanza i 5stelle potranno forse risorgere.

Il vero vincitore sarà Salvini, l’ennesimo uomo della provvidenza, che balla sulle macerie della democrazia reazionaria, in ogni occasione.

Ma noi siamo ancora qui.

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