Anche Alessandro Baricco su Repubblica ha fatto mea culpa verso il popolo.
In pratica il bravissimo e raffinato scrittore ha riconosciuto che le élite, borghesia materiale e intellettuale in genere, e quelli che “hanno almeno 500 libri in casa”,non sono più ascoltate dal popolo.
Il quale si ribella, è frustrato, vuole governarsi da solo, non vuole più rappresentanti, vuole la democrazia diretta, non si fida più dei partiti.ecc,
Il fenomeno del disfacimento morale e storico della classe dirigente europea e statunitense, è stato affrontato in Italia, tra gli altri, anche da Ernesto Galli della Loggia,da vari scrittori intellettuali liberali e post marxisti, come Federico Rampini, ad esempio,
Dagli Stati Uniti della sconfitta del clintonismo, all’Europa derelitta anche del merkelismo, dal renzismo mandato in soffitta, al macronismo bruciato dai gilet gialli, dalla Brexit alle contorsioni populiste ,è evidente che il popolo, la” ggnte” di funariana memoria ha preso un’altra strada.
E ora dicono, le èlite in disgrazia di consenso, è arrivata la resa dei conti con una massa sterminata di tagliati fuori, di muovi diseredati, di spiazzati da quella crisi del 2008 che mai si è risolta.
Anzi la CRISI ha cambiato il mondo, le nostre esistenze sono vuote, prive di sogni ( termine abusato da una retorica da incubo), la società competitiva butta via i singoli poveri di cultura; l’angoscia si affaccia anche dalle parti della borghesia colta, soprattutto quella che ha creduto che dopo il socialismo reale avrebbe trionfato il capitalismo dal volto umano.
Chi in questi venti anni ha cercato di resistere all’ineguaglianza sociale, alla prevaricazione del capitalismo liberato dalla classe operaia,alla nuova ondata di saccheggio delle risorse naturali, al razzismo di pelle e di genere, è stato così consegnato alla storia del vecchio secolo,del vizio ideologico, del residuato ante muro di Berlino.
Baricco, Gallli della Loggia,ad esempio, negano che il malessere generalizzato sia oggi ostaggio del ritorno del fascismo.
E qui sta l’errore di chi non vuole vedere che l’anticomunismo di sempre ha finito per travolgere non solo la socialdemocrazia, ma lo stesso liberalismo e le stesse istituzioni intermedie della democrazia.
Il post ideologico è diventato così l’ideologia della fine della lotta per la dignità e il progresso umano.
E la sinistra ufficiale, in questi giorni, ha liquidato l’esperienza di lotta a sinistra del Pci trincerandosi dietro la faccia di Cesare Battisti.
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