Alla Statale di Milano due giorni fa si è celebrato il ritorno di Mario Capanna all’ateneo che lo rese famoso in tutta Italia, ( in Europa c’era Daniel Cohn – Bendit , in America Bob Dylan…).
Mario C., detto Iban il terribile, perchè se gli tocchi un euro di tre vitalizi è come se gli toccassi la fotografia di Arafat, è stato un grande agitatore politico – studentesco, mai un avanguardia di classe, secondo me…. e altre centinaia di migliaia di persone.
Nel ricordare quegli anni ha rivendicato il ruolo positivo che ebbe il movimento studentesco nella lotta di classe di allora, e questo bisogna riconoscerlo.
Ma sono passati cinquant’anni dal ’68:Mario C. ed altri impiegati del ’68 negli ultimi vent’anni hanno vissuto di rendita: come Bobby Solo con” La lacrima sul viso” e Umberto Tozzi con “Gloria”.
I sermoni riportati dalla stampa nella riunione auto celebrativa dei tempi che furono sono risultati patetiche orazioni del come eravamo diversi, di come la mia generazione si identificasse con i braccianti massacrati ad Avola il 2 dicembre di quell’anno: la contestazione alla Scala fu fatta anche in loro nome, dixit Mario C. detto Iban il Terribile.
Ma Iban il terribile e i suoi cantori, Vecchioni c’è sempre quando si tratta di scrivere colonne sonore per la banda del catetere, dove erano quando al G8 di Genova fu stroncato un movimento di lotta come quello del 2001 e dove sono ora quando c’è da battersi contro il nuovo fascismo di Salvini?
Certamente ci saranno, ma non si sentono per niente.
Mario C. e la sinistra fru fru parteciparono anche ad un festival di Sanremo, fu il massimo della trasgressione dei vecchi rivoluzionari, ben posizionati nella Kasta ( leggasi nuova borghesia),
Che sono tristi, ripetitivi, leziosi, senza patos, senza idee, senza un minimo di decenza nel fare i conti con se stessi.
A questi preferisco, con tutti gli errori che possono aver commesso, i perdenti di sempre: quegli antagonisti radicali che non si auto celebrano, ma continuano a lottare.
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