Bersani al quotidiano” la Repubbica” ha dichiarato che è venuto per lui il momento di fare un passo indietro.
Dopo 4 mesi di Leu l’ex segretario del Pd ha capito che la prateria a sinistra, che lui immaginava di attraversare sul cavallo della socialdemocrazia, è finita in vacca: o meglio nei voti dei grillini e della lega.
In conclusione il compagno Bersani nell’intervista fa un mea culpa generalizzato: sinistra parlamentare, radicale, comitati ecc hanno fatto tutti l’errore di trascurare i bisogni del proletariato, staccandosi dai territori, e quindi chiudendosi al cambiamento.
Niente di più ambiguo come sempre.
E’almeno dai primi anni duemila che è esplosa la questione del precariato, della mancanza stabile di lavoro, dello spaesamento di milioni di giovani nell’affrontare la globalizzazione,con le sue guerre, con le sue devastazioni morali.
Bersani e compagnia cantante dove erano a Genova nel luglio del 2001?
Da che parte stavano quando il governo a trazione destra reazionaria reprimeva lotte di quartiere dei centri sociali sulla casa, sull’antifascismo, sullo sfruttamento del lavoro giovanile?
Non lo sappiamo.
Anzi lo sappiamo benissimo.
Stavano a guardare comodamente seduti dalla parte storica della democrazia dove l’anti-berlusconismo era diventato un mestiere alla pari dell’anticomunismo di berlusconiana memoria.
Solo la Fiom, per chi ha la memoria corta, ad esempio aveva tentato sull’occupazione una lotta giusta e sacrosanta come quella dell’abolizione dello straordinario programmato e detassato.
A Pomigliano d’Arco scioperarono in cinque, senza che il Pd sulla questione si chiedesse almeno il perchè e il percome.
Quando per più di un decennio la vitalità giovanile e l’antagonismo dei centri sociali, che chiedevano in fondo una società più giusta, più moderna, piu’ vicina all’ambiente, più vicina soprattutto ai migranti, è stata trattata con il disprezzo che si dà ad un nuovo estremismo ( vedi black bloc), vuol dire che non solo non si era capito nulla, ma che si credeva che bastasse dare la nocciolina del politicamente corretto alla rivolta giovanile per portarla dalla parte giusta ( a votare PD)
Il fallimento del moderatismo autoreferenziale di Bersani e sodali ha comportato questi a tenersi stretti i privilegi di classe acquisiti,rinunciando all’onere delle proprie idee.
Risultato: hanno mantenuto il disonore per tenersi stretti i privilegi uscendo dal PD.
Così hanno perso, anche per questo, milioni di voti giovanili che hanno guardato a grillini e lega come quelli che potevano purificarli dalla corruzione morale della sinistra che si dichiarava comunista fino all’elargizione di vitalizi, incarichi, prebende, posti di potere, favori, nepotismi, nomine Rai etc etc.
Ora il nostro se ne va. Così come prima sono andati i Bertinotti i Vendola i Capanna, e tutti i surrogati degli anni settanta da almeno un ventennio. Loro sì che han capito dove tirava il vento
Più che traditori una massa di inutili sinistri.
26 luglio 2018 at 13:19
Ayrıca oyunlara herhangi bir müdahale yapılmamasıdır.
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