Bella frase quella dello Zar del terzo millennio russo, bella, ma se permettete, vuota come un sentimento ampolloso fine a se stesso.
Putin, amico di Berlusconi e Salvini, rispettoso dei tratti social – fascisti della Le Pen, vende la guerra patriottica di Stalin, come Mussolini vendeva le figure risorgimentali di Garibaldi e Mazzini: grande retorica, ma nei fatti oligarchia, divisione di classe sperimentata, potere ai miliardari, disprezzo della stampa libera
Se mi si dice che per dare un giudizio su Putin dovrei andare a vivere in Russia ( è quello che sostengono parecchi simpatizzanti di Putin nell’area comunista – leghista), siamo all’infantilismo demagogico del campionato di calcio: l’importante è tifare qualcuno, anche se si mostra una macellaio sul campo.
Vladimiro è senz’altro un grande della sua epoca, persegue una politica panslavista e anti – occidentale come la dinastia dei Romanov, con Trump è più d’accodo di quanto sembra.
Putin e Trump, secondo seri analisti, hanno compreso che lo sfaldamento dell’Europa illuminista potrebbe essere l’occasione per rilanciare in senso nazionalista il bipolarismo Usa – Russia, non in nome di capitalismo e comunismo, ma nel nome della patria, della famiglia, del sindacato corporativo,dell’omofobia, del razzismo.
Non sto qui a snocciolare le malefatte di Putin in politica estera: vicino alla Turchia, vicino ad Assad, giustamente contro l’Ucraina non per questioni di esportazione della democrazia, ma per questione del controllo dei propri confini ( vedi Crimea).
Per cui la nostalgia del comunismo di Putin risulta all’atto pratico l’ennesima mozione degli affetti per nascondere i difetti di una politica basata sul pragmatismo di missili e droni e su elezioni interne dove non ci sono avversari.
Oggi in Canada al G7 manca la Russia, e questo non è un bene.
Manca, di fatto, anche l’America di Trump che coi suoi dazi vuol colpire l’Europa, il trattato Molotov – Von Ribentrop è stata una tragedia necessaria, quello di oggi è solo il suggello di un consiglio di amministrazione fra miliardari populisti, demagoghi, che si comportano da gangster.
Chiaro che siccome fermano l’Isis sono, per molti, benefattori dell’Umanità.
Per quanto riguarda la storia russa io ho nostalgia del tentativo di Gorbaciov di rendere l’Unione Sovietica un paese socialdemocratico.
Gorbaciov, per chi non lo sapesse, nel suo libro sulla crisi che travolse l’Urss, fece un elogio a Lenin, non a Stalin, alla classe operaia, non al partito e all’apparato poliziesco. Mica poco per un comunista.
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