La crisi istituzionale ieri è giunta al culmine.
Il presidente della Repubblica, ribadendo le sue prerogative previste dalla Costituzione, ha respinto i diktat dei furbacchioni di turno.
Questi ( Di Maio in primis), pensano a mettere il presidente sotto impechement per alto tradimento. Le Pen e Farage gridano al colpo di stato.
Stanlio Di Maio e Olio, Salvini, infatti,hanno fatto del povero professor Savona “un Savona o morte” di savoiarda memoria: un pretesto per Salvini di liberarsi di un governo che non poteva stare in piedi visto che prevedeva 120 miliardi di spesa pubblica che non potevano avere coperture e che c’erano punti nel programma che davano fastidio agli industriali del Nord.
E poi l’uscita dall’euro, in buona sostanza, non era nel programma manco a farlo apposta.
Mattarella, quando firma la lista dei ministri, se ne assume la responsabilità di fronte alla nazione, la baracca era così mal concepita, che a malincuore ha dovuto dire di no.
Eppure aveva offerto a Salvini un suo uomo, Giorgetti come ministro dell’economia, tanto per tentarle tutte.
Ma Salvini gongola, fa il finto arrabbiato sapendo di aver vinto la partita delle elezioni, sapendo pure che gli italiani daranno una mano ai nuovi padroni, sapendo anche che il nuovo conformismo di massa è inarrestabile.
Popolo contro elite, dicono i fascio – leghisti, perchè la sinistra radical – chic difende gli immigrati e i diversamente democratici dalla nuova ondata di fascismo del terzo millennio.
E poi Il debito bisogna in qualche modo contenerlo ( vedi la sinistra in Grecia), se ne vuoi uscire devi fare una vera rivoluzione, non una farsa per cercare nuovi padroni a cui leccare la mano.
Ho potuto constatare quanti comunisti in camicia bruna ( fascio – comunisti) flirtano con il marasma per avere un posticino al sole.
Questi sono convinti che la Germania sia il male assoluto, mentre la stampa tedesca con i suoi insulti ha dimostrato che la birra scorre a fiumi, questione di gusti.
L’intimidazione sociale,le squadre striscianti di casa Pound, la banalizzazione del nazismo, l’indicazione di un nemico esterno sono il dna di qualsiasi fascismo, da questo punto di vista l’Italia è messa malino, non tanto come la Francia della Le Pen o l’Ungheria di Orban dove la Chiesa cattolica conta meno che in Italia.
Bergoglio è il grande vecchio del comunismo, Mattarella un Lenin ex democristisano, l’insulto è il fondamento dello squadrismo web ( capo manipolo quel Di Battista con padre ex missino che per ora va in America a preparare il ritorno in scena).
Della sinistra parlamentare non si può parlare. E’ diventata una pattuglia di disperati che non sa dove andare; i buoi ormai sono scappati.
Rimane la sinistra diffusa, territoriale, contro -culturale, d’avanguardia, ma a breve difficilmente conterà qualcosa
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