In democrazia bisogna rispettare chi ha vinto le elezioni politiche. E ci mancherebbe altro. Anche Hitler vinse le elezioni politiche, ma questa è un’altra storia, non confrontabile con quella di oggi.

Invece delle camicie brune, grazie a Dio,abbiamo un esercito di camicie verdi e camicie gialle che oggi e domani andranno a votare per confermare il contratto di governo stipulato da Dio Maio e Salvini, i gemelli del gol, dopo Pulici e Graziani.

Siccome male non si può dire finchè il governo non ci sarà ( piove governo ladro comunque vale per tutti), quello che si può dire che la carica populista- fascio- leghista è controrivoluzionaria per definizione, altro che balle.

L’Europa, cinica e volgare sull’emigrazione, burocratica e servile ai grandi potentati sull’economia,patetica nel dettare le leggi su come si pesca in Mediterraneo e in Atlantico,equipaggiata da un eurocrucco pangermanista, diventerà il capro espiatorio di ogni problema per un semplice motivo: perchè sfondando la quota del 3% del deficit c’è la possibilità che la speculazione salti addosso al Belpaese, ricco di monumenti, ricco di conti in banca, ma povero nelle disuguaglianze e nei diritti civili.

Ma soprattutto a pagare saranno davvero gli ultimi che verranno trattati come oggetto di scambio: se semini vento contro gli immigrati, se l’integrazione sarà considerata come buonismo di sinistra, se la solidarietà verrà interpretata solo come carità cristiana anti-papista, potrai avere la quota cento per andare in pensione, forse potrai avere un reddito di cittadinanza nel 2020, forse potrai usare la camerata P38 per difenderti dagli zulu.

La svolta pentastellata spaventa pure Berlusconi e la Meloni, che vedono nei 5 stelle dei sinistri alla ricerca di rilancio,anche se il 60 per cento dei loro elettori è d’accordo con  la Lega.

Indietro non si torna, perchè se no il nuovo che avanza sarebbe rottamato alle prossime elezioni.

Ma Mattarella non è Alende, il Mir non è Leu, nè Potere al popolo, il Pd deve fare un congresso per definire una linea che recita così: meglio una fine spaventosa che uno spavento senza fine.

Ultimo dettaglio: dopo l’ennesimo incidente sul lavoro oggi gli operai dell’Ilva sono in sciopero contro tutto il sistema: e se il potere ci deve essere, cominci la sinistra ad avallare il potere operaio sulla propria vita. Almeno quello.