A cinquant’anni dal Maggio Francese ieri a Parigi c’è stato il remake dei bei giorni che furono.
Questa volta le ondate della fantasia al potere dei dreamers hanno lasciato spazio a quella che viene chiamata la furia distruttrice dei famigerati black bloc.
Niente di particolare, comunque, se non la deprecazione delle devastazioni anarchiche dell’ ultrasinistra culturale ( come dice le Figaro), segno della frustrazione dei tempi che vive la gioventù europea in generale.
Fu così per il primo maggio a Milano all’inaugurazione dell’Expo, quando lo spettacolo della rivoluzione prese il posto della rivoluzione dello spettacolo del concertone a Roma in piazza S. Giovanni.
Ora, dare un giudizio politico sui black bloc è assolutamente inutile
Sono scemi, sono figli del radicalismo chic, sono appestati da ideologia da stadio, sono le avanguardie della ribellione, sono quelli che non accettano lo stato di cose presenti e via di seguito con il rosario del sociologismo da talk – show è prassi dell’informazione borghese.
In Italia, ad esempio, nonostante la crisi dell’occupazione giovanile, anche se proprio oggi si legge che è ai minimi dal 2011, nonostante uno stato sociale che ai giovani dà quasi nulla, nonostante il consumismo che ai giovani promette quasi tutto, il primo maggio è stato all’insegna della correttezza istituzionale.
A Bologna c’è stata la manifestazione dei riders, a Prato quella dei sindacati contro le morti sul lavoro, in giro c’era aria di rassegnazione, di apatia,di già visto e rivisto.
Il Maggio Francese 2018 è stato allora un kolossal della protesta, con fuochi d’artificio e spettacolo pirotecnico per le televisioni di tutto il mondo nella città della Rivoluzione per definizione.
Confronto alla missilistica degli stati, alla povertà dei migranti, alla schiavitù del lavoro, quasi una protesta dovuta e anche accettata.
Mamma li turchi ( anche a Istanbul ci sono stati incidenti) come si dice in francese?
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