Winston Churchill, Charles De Gaule,Frankiln D. Roosevelt erano intransigenti anticomunisti.
Eppure fecero fronte comune con Giuseppe Stalin per salvare la civiltà contro il nazismo. Piaccia o non piaccia questa è la storia. I liberali anche conservatori non fecero nessun accordo separato con la Germania di Hitler, fino alla sua resa finale.
Eppure quei tempi sembrano non esserci mai stati.
Il contributo dei comunisti alla lotta di liberazione al nazifascismo è ricordata in Russia solo come ” grande guerra patriottica” proprio da un democratico reazionario come Putin.
La sconfitta della sinistra in Italia non è più figlia di quel periodo, la rimozione del fascismo invece sì.
Se non ha più senso parlare di comunismo e anticomunismo non è che non abbia più senso parlare di fascismo e antifascismo, come si può notare dai fatti recenti.
Finora i nuovi vincenti del panorama politico italiano, Lega e 5 Stelle, non hanno cercato nella cultura dell’antifascismo, ( che vuol dire democrazia reale e quotidiana contro la sopraffazione dei più forti sui più deboli), alcun motivo di rifondazione della democrazia.
In questo contesto Di Maio e Salvini possono andare d’accordo per una terza repubblica non più fondata sulla discriminante dell’antifascismo visto ormai come reperto archeologico degno di essere seppellito al primo fumogeno dei centri sociali, considerati più pericolosi della mafia per quanto riguarda l’ordine pubblico.
I liberali che regalarono i governi ai nazifascisti per paura dell’orso sovietico, poi hanno dovuto fare i conti con Stalin per difendere i loro mercati.
Oggi si va formando una classe dirigente che non si vuole occupare della storia, negando che il capitalismo liberale oggi è antifascista perchè non ci sono più comunisti.
Non è un bel modo di rifondare una democrazia malata come quella italiana.
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