“Seppellite il mio cuore in Via Mancinelli”, dove il 18 marzo morirono Fausto e Iaio, trucidati da fascisti ancora liberi.

Due giorni prima della loro morte, il 16 marzo di quarant’anni fa, la geometrica potenza delle Brigate Rosse rapì l’on. Aldo Moro, dopo aver massacrato i 5 uomini della scorta.

Ero il professore di Fausto Tinelli al Liceo artistico di via Hajek di MIlano, con incarico a tempo determinato su cattedra vacante per Italiano, storia e filosofia,

Ho sempre pensato che la democrazia deriva da una coerenza virtuosa, che cercavo di mettere in pratica attraverso l’insegnamento.

Fausto ed io avevamo un buon rapporto, ( così come con tutta la classe), che non si basava  sulla militanza politica, sui sacri testi, sull’ideologia sulla differenza fra Mao e Stalin etc.

Semplicemente facevamo parte di un movimento più ampio, direi planetario nel modo di vivere la trasformazione sociale, che era presente nel proletariato giovanile e intellettuale almeno da dieci anni.

Fausto, e l’inseparabile amico Iaio, quando furono uccisi, stavano andando ad un concerto di blues al Leoncavallo.

Non ad una delle tante manifestazioni antifasciste, antimperialiste di quegli anni.

Il blues di Eric Clapton e B.B. King, il rock degli Stones e dei Led Zeppelin, i concerti di musica rock, il modo di portare i capelli erano una dei punti forti dell’ identità del movimento di quegli anni ( io avevo 27 anni).

La strage di via Fani, invece, fu la conclusione tragica di 10 anni di ’68 in un paese socialmente arretrato e bigotto come l’Italia, che aveva dovuto ricorrere allo stragismo fascista per salvarsi dal vento di cambiamento voluto dalla classe operaia, dagli studenti e dal movimento delle donne.

La ex Bierre Faranda, intervistata da Repubblica in settimana, ha dichiarato che in via Fani morirono le Brigate rosse, fosse solo stato quello.

In Via Fani morirono le illusioni di una generazione che aveva creduto ingenuamente nella rivoluzione. L’esproprio umanitario e politico fatto dalle Brigate Rosse al movimento è riconosciuto soprattutto dalle stesse ex Bierre.

In Via Mancinelli non furono uccisi due ragazzini, furono uccisi  due studenti antifascisti e proletari: per questo ai funerali parteciparono 100.000 persone accomunate dalla pietà e dal dolore.

Ci vediamo in via Mancinelli domenica 18 marzo dalle 14,30.