Matteo Salvini in Piazza Duomo sabato è stato così patetico, così buonista, così nazionalista,così blasfemo da passare quasi inosservato.
Ha giurato sul Vangelo che lui sarà fedele al mandato elettorale di governare onestamente.
Ha citato Pertini, Pasolini, Oriana Fallaci.E ‘stato cosi’uno spettacolo di bestemmia contro il sacro, che la pubblica opinione ha in parte sottovalutato,( tranne il vescovo di Milano).
In Piazza Duomo, nella stessa Piazza dove sfilarono i partigiani il 25 aprile, Salvini e la Lega hanno mostrato tutto lo squallore culturale di cui si vantano.
Che è lo squallore culturale che pervade l’Italia intera da Trento a Lampedusa.
Con timbro suadente, a volte tribunizio, con metafore da venditore di ecoballe compostate da demagogia nazionalista, il nostro ha rassicurato la piazza: lui con il fascismo e il razzismo non c’entra niente, lui ha il cuore in mano, il contocorrente al sicuro: è l’uomo per tutte le stagioni.
Un papa teocratico, secoli fa, lo avrebbe messo al rogo,senza bisogno di scomodare l’Armata Rossa, pardon i centri sociali.
Sulla fibia delle SS c’era scritto” Got Mit uns” ,( Dio è con noi), antico motto di battaglia teutonico passato dalla monarchia alla Repubblica di Weimar e poi al nazismo.
Fondare l’eterna lotta contro il male al grido di ” Dio è con noi”, come si sa, è titolo di merito fra tutti i gruppi integralisti religiosi( Allah è grande), e i nazionalismi della storia. ( Ricordo Bush figlio gridare in televisione “Dio è con noi” prima della seconda guerra contro Saddam).
In questo caso, però,l’aiuto di Dio padre onnipotente, per sbaragliare i buonisti e i democratici antirazzisti , che affamano il popolo italiano perchè consentono ai migranti di stare negli alberghi a guadare la Tv via cavo, non regge la fatica dell’orazione.
Quando si scomoda Dio per giustificare la guerra in realtà, per spirito letterario e senso filosofico, non si fa altro che un piacere a Belzebù.
Ma quando si scomoda il sacro per un profano che sollecita polenta e parmigiano al nord significa avere in testa poche idee, mal digerite.
Il popolo della Lega non è tutto fascista e razzista, diamine, anche se Calderoli ha sostenuto che comunque ci sono fra i leghisti parecchi simpatizzanti di casa Pound e pure Alemanno e Storace erano presenti a Milano nel segno della patria e della difesa della civiltà cristiana.
La malattia mortale dell’inconsistenza ontologica di chi si appresta a governare l’Italia non preoccupa solo il buon senso dei democratici, preoccupa pure Maroni e in parte Berlusconi che sa che essere coinvolto nel fascistume da bar può essere pericoloso per il suo conto in banca.
Benito Mussolini, indubbiamente era molto più intelligente di Matteo Salvini: credere obbedire e combattere era il suo motto.
Mentre per Salvini basta un ” Scherza coi fanti, ma lascia stare i santi”.
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