La Boschi ora non la vuole più nessuno: ha la peste bubbonica, manco in alto Adige è gradita.

Se una parte della società civile vive e vegeta sul pettegolezzo cattivo e sull’invidia rancorosa, vizi capitali al di là del capitalismo, la pubblica opinione della gente per bene  è sempre pronta a trovare un centro di gravità permanente,nell’ultimo a cadere in disgrazia.

L’affermazione di Fontana, candidato alla Regione Lombardia,ad esempio, è stato un vero e proprio reato contro l’art. 3 della Costituzione. La sua uscita sulla “razza bianca” leggi ariana, ha  trovato nessuno o pochi che ne abbiano chiesto le dimissioni.

L’accanirsi contro Maria Elena Boschi, invece,come fosse una Lady Macbeth origine di tutti i mali nella gestione del potere, perchè  ha fatto “pressioni” per salvare la banca  del padre è il salvacondotto che permette di sentirsi dalla parte del popolo contro la casta.

Nella società delle regole e della legge i risparmiatori gabbati dovrebbero essere risarciti, punto e basta.

Se uno si chiede il motivo per cui si è parlato del caso Boschi in Tv e nei media per dieci giorni, la risposta se la deve dare da solo: per attaccare la renzista molto poco leninista, poco simpatica, poco popolare, in una campagna elettorale sterile e vuota nei contenuti.

 La notizia che faceva e fa tremare la Repubblica, secondo Marco Travaglio, e compagnia grillina, è che Maria Elena Boschi abbia fatto indebite pressioni per tentare di salvare la banca di papi.

Ha fatto una scemenza?

Sì, ma non è un reato.

La Boschi ha sbagliato di grosso, ha fatto una cosa che non si deve fare, ma l’accanimento  contro di lei è stato la solita gogna sul niente.

Addebitare alla Boschi il reato di aver mentito al Parlamento è ridicolo.

Ai tempi di Craxi  tutto il parlamento mentì sul finanziamento dei partiti, i vertici della polizia mentirono per il G8 di Genova, tutta Forza Italia e alleati mentì sulla nipote di Mubarak, vado a spanne, vado a caso, devo continuare?

La Boschi è tornata a fare la Bella addormentata, sarà presentata nel collegio di Bolzano, i gigli magici sono tutti diventati campi di crisantemi.

Sparare sulla ex ministra è facile: la giovane parlamentare è figlia di un banchiere, non di un bancario.

Battaglie facili,risultati ottimi: fanno parte della guerra politica del politicamente corretto più inutile e becero che non è foriero di nulla, se non di pettegolezzi.

Poi è arrivato il camerata Luca Traini e a Sanremo l’Italia che canta forse è anche quella che conta.