I programmi della destra estrema, quella destra che un filosofo come Habermas chiama semplicemente fascista, sono chiari e distinti.
Lo ha dichiarato Matteo Salvini, aspirante alla presidenza del Consiglio, che sarà prioritaria per il suo partito la questione sociale.
Lo ha dichiarato Fontana con l’uscita sulla razza bianca ( uno che parla di razza bianca è già di per sè un ignorante).
Nello zoosafari delle lezioni più gente entra più bestie si vedono..
Ma è una magra consolazione: oggi vince chi segue le pulsioni della società civile, non chi amministra responsabilmente i bisogni dei cittadini.
Se il Matteo fascista non di nome, ma di fatto, cercherà di riformare in qualche modo la Legge Fornero, se la Meloni metterà gli italiani al primo posto per cercare di arginare l’indigenza, il successo a destra è assicurato, come dimostrano i sondaggi.
La sinistra sarà vista come il partito del ceto medio in crisi, che non ha più niente da offrire, se non schegge di libertà post sessantottina sui diritti civili.
La partita è già giocata.
A casa del miliardario di Arcore si spartiranno i collegi che possano rappresentare i ” bifolchi analfabeti”, a sinistra c’e la gara delle scelte intelligenti che hanno poco appeal per la giungla dei disperati e degli impoveriti.
La separatezza fra ricchi e poveri riproposta nella koinè televisiva e mediatica di estrema destra è l’antica ipostasi hitleriana.
I marxisti e i capitalisti sono dalla stessa parte: entrambi aspirano ad un mondo materiale e globalizzato.
L’uomo nuovo nasce solo nel sentirsi parte dello stesso Volkisch, cioè del populismo che diventa popolo che sente che bisogna colmare un vuoto.
Non di solidarietà, ma di rancore.
La sinistra, perlomeno dovrebbe rilanciare la sua visione del mondo, ritornando idealmente,come scrive un giornalista americano liberal, alla stazione Finlandia di Lenin.
Riduzione della giornata lavorativa, abolizione dello straordinario programmato, abbassamento età pensionabile subito per lavori faticosi,investimenti per lavoro e imprenditoria giovanile, lotta feroce alla criminalità organizzata, lotta senza quartiere contro il fascismo sono tutti elementi storici di civiltà.
Tutte cose assolutamente normali per socialdemocratici e socialisti.
Almeno vivremmo ancora di sogni, cioè dal fatto che per cambiare bisogna conservare le virtù originarie, togliendo le cose sbagliate ( il partito unico e la dittatura in primis).
Dicendolo e facendolo,senza promettere chissà quale novità strategica.
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