Basta Trump.

Ma come si fa?

Sul New york Times un serio analista democratico, radicalmente anti-trumpiano, ha sottolineato come Trump non si possa cacciare per via sanitaria ( è pazzo), nè per via giudiziaria (impeachement), ma con i voti.

Bisogna allora avere la pazienza di aspettare tre anni?

Si direbbe di sì, secondo il giornalista progressista.

In effetti si possono scrivere tutte le battute del mondo sull’ennesima uscita del cow- boy del KKK su Africani, Haitiani,  Salvadoregni, definiti, dal fine politologo della Casa Bianca, sottorazze da cesso.

Hitler parlava degli ebrei come sotto uomini.

Questo semi nazi travestito da scemo, non è però poi così scemo.

Non credo che Trump, per quanto egocentrico, megalomane,idiota nella forma e nella sostanza, faccia tutto da solo.

Dietro di lui c’è un esercito di spin doctors.

E non sono semianalfabeti, intellettuali inferiori,gente da nulla.

Lui di tanto in tanto ,  la fa fuori dal vaso,  dice cose volgari, esprime sincero odio razziale, ma la sua voglia di stupire si vede che piace.

Il popolo americano, che non è composto solo dai bifolchi dell’Ohio, abbandonati dalla sinistra, che  pensano che quello che ha detto Trump sia vero, per la metà lo considera una nullità.

Lui è semplicemente il portavoce del razzismo dilagante negli Usa.

Lo fomenta, lo blandisce, ci specula, fa l’americano tutto casa,market, e fucile,come nei film.

Salvini,suo estimatore  in Italia, è il Trump della Padania,  Berlusconi lo era contro i comunisti.

Ci vorrebbe  un Malcom X, più che un Luther King, ( di cui  ricorre il cinquantesimo anniversario della morte).

Le Pantere Nere, piuttosto che civilissimi contestatori.

Un potere nero, un contro potere bianco, farebbero oscillare Trump più delle esternazioni dell’Onu, di cui se ne frega.

Trump ha riportato la Borsa americana a viaggiare nei cieli della finanza, ha, dicunt, portato 250.000 nuovi posti di lavoro nell’ultimo periodo, ha incrementato il Pil etc.

Chi riempie la pancia ha sempre ragione, a un miliardario che distribuisce profitti e posti di lavoro  si perdona tutto,soprattutto quando insulta gli african people che lo hanno reso ricco.

Non bisogna però sottovalutare l’altra America, che non è l’ Amerika razzista e fascistoide che ha sempre odiato i neri, i gay, gli ispani, i ” gialli” i musulmani”.

Fare con Trump quindi, se possibile, meno battute e più battaglie.

Il gioco trumpista e’ quello del dittatorello,e’ un duro con quelli che soffrono.

Si può sperare che anche negli Usa le cose possano cambiare se comincia  la battaglia,quella di sempre

Quella della giustizia contro la sopraffazione, quello della fratellanza contro il marchio di morte del razzismo.