E’ un menu da ristoramte tre stelle quello che i partiti mettono sul piatto degli elettori.

Da una parte è impossibile toccare i vitalizi dei parlamentari e gli stipendi dei barbieri delle Camere che guadagnano più di Obama, ma dall’altra si promette il paradiso in terra ai cittadini, manco fossimo al soviet di Pietroburgo, oppure nella campagna elettorale dell’edonismo reaganiano.

Salvini spara la revisione della legge Fornero, Grasso l’abolizione delle tasse universitarie, Di Maio il reddito di cittadinanza, Berlusconi la drastica diminuzione delle tasse. Intanto ci si prepara a mandare a casa i clandestini, a chiudere le frontiere  e a distribuire dentiere, forse importate dall’Albania.

Quando si parla di demagogia e populismo bisogna fare riferimento alla casta partitocratica, che conta nulla nella coscienza civile e moltissimo nel basso ventre incivile.

Non si capisce se facciano apposta per perdere le elezioni ( nessuno è credibile) o per non vincerle, arrivando ad un nulla di fatto, che consegni il paese ad un governo quasi tecnico, dove tutti si proclameranno vincitori.

Sarebbe il massimo.

Il gioco è triste ma ben congegnato, solo i grulli ci credono.

 La piccola verità recita così: chi è di buon senso, medio, non può votare sperando che qualcosa cambi. In meglio.

La mia non è una posizione ideologica, anarchica, oppure qualunquista.

E’ un dato di fatto che in tutto il mondo si voti il meno peggio, ma siccome al peggio non c’è mai fine, alla fine in Italia finisci per non votare.

Solo la Bonino, con la sua costante battaglia per i diritti civili, mi pare sincera ed onesta intellettualmente.

E’ chiaro che pure il programma di Mussolini non era male: carta del lavoro, pensioni, bonifiche, guerra al comunismo, così come quello di Hitler: burro, strudel, crauti per tutti meno per gli ebrei e i sotto uomini.

Le campagne elettorali sono la fiera delle vanità, le balle consacrate di acchiappa consensi, nessuna idea per i prossimi cinque anni.

Quello che conta è una trovata capace di rastrellare voti, da qui al 4 marzo.

L’omologazione al ribasso è tipica del secolo triste che viviamo.

Basta vedere come viene sprezzata la solidarietà, segno di debolezza di fronte alla determinazione degli uomini di plastica e di cartone.

Berlusconi, non candidabile, Salvini il fascio leghista, Meloni missina da Colle Oppio, ad Arcore hanno rifondato l’Italia reazionaria dopo vent’anni.

Non si capisce se i politici,che dovrebbero tramutare i bisogni fondamentali dei cittadini in leggi, si rendano conto delle scemenze che dicono.

La legge Fornero, ad esempio, fosse riportata ai quarant’anni di contributi, costerebbe, dicono, 140 miliardi.

Certo che si può fare: se si tassa la rendita da capitale, se si espropria la mafia dei suoi averi, se di taglia la spesa improduttiva, se si va contro le corporazioni clientelari di magistrati, banchieri, manager, alta finanza, funzionari di stato burocrati ecc.

Aver lasciato ai leghisti il giusto cavallo di battaglia delle pensioni, però, potrebbe voler dire la sconfitta certa della sinistra che conta e che canta Bandiera Rossa.

Stalin diceva: interessi zero? E’ il comunismo.

E chi lo vuole oggi?

Forse  Liberi e uguali, che vogliono abolire le tasse universitarie

Altro esempio  irricevibile.

Vorrebbe dire privatizzare l’università…. la proposta di Corbyn per il sistema di istruzione inglese, tirato in ballo da Bersani, non c’entra niente,il sistema tedesco prevede che la fiscalità generale paghi le tasse universitarie, perchè c’è meno evasione fiscale.

Le idiozie per fare quelli di sinistra sono tante, ma uno si stanca persino di commentare certe bischerate. Eppure siamo solo all’inizio.