Si è persa la bussola a sinistra.

Parli con vecchi compagni, con operai, studenti e pastori sardi ( ci sono ancora, ma sono defilati ),e scopri che la pensiamo tutti allo stesso modo.

Alla fine andrò anche a votare, ma non so per chi.

Oppure, questa volta, non voto.

Non credo sia un problema esitesnziale e storico di grande portata

Siamo in tanti, si dice a sinistra, ma divisi su tutto, e forse è meglio così, dico io.

Come puoi immaginare una coalizione elettorale che tenga insieme PD, Liberi e uguali, Tutto il potere al popolo,i comunisti di Rizzo, la Bonino etc.?

Il partito progressista della nazione comincerebbe a dividersi su economia, scuola, ambiente, migranti,  diritti civili tutti  temi che oggi uniscono invece la destra estrema e moderata( ?), che non ha problemi in proposito: l’anticomunismo li associa da sempre.

Nonostante tutto però,  a sinistra, il distacco fra palazzo e popolo pare superato dall’offerta della soglia di sbarramento: un tre per cento fa gola a tutti,

Qualche finanziamento arriva,  puoi comprare qualche computer,  puoi fare qualche iniziativa, perchè poi….anche se prendi poco, ti puoi sempre contare.

Il palazzo d’Inverno fra 60 giorni si sdoppierà in Montecitorio e Palazzo Madama.

Costruire un contropotere forte, intransigente,radicale nelle sue strategie è solo prerogativa del papa, e di uomini di buona volontà.

Il potere nasceva dalla canna del fucile , ma per fare una rivoluzione  di palazzo sembra che basti partecipare.

Domanda: ma una sinistra antagonista cosa ci fa a Palazzo?

Non basta avere  le idee, ci vuole il numero, la pluralità dell’offerta, il mercato del programma che spazia da 2.000 euro di salario minimo all’abolizione della Legge Fornero….

Se il programma è un po’  massimalista è meglio,  c’è pure  il fascino dell’utopia.

In mancanza di idee è meglio mettersi al riparo per il futuro, crearsi un posto di lavoro, una professione politica che sia gran cassa dei bisogni dei cittadini

Non è stato così anche per alcuni guerrieri del G8 di Genova?

Non è tempo di rivoluzioni, tutti siamo stati nella nostra vita a sinistra  comunisti,  socialisti e anche socialdemocratici,.

Ma quando si tratta di dividere la torta i conti si fanno con l’algoritmo della penna del salumiere: un posto a te, un posto a me, una commissione a me, una  a te.

E’ successo anche ai soviet, e’ successo anche in Cina, è successo dappertutto. Distrutto un palazzo, se ne costruisce un altro. I giochi della politica e del potere sono sempre gli stessi.

L’unica vera responsabilità, non è quella di governare, ma quella di esserci, a fianco di chi doveva ereditare il mondo, e ha ereditato solo una presa per i fondelli.

Forse la vera utopia è lottare e vivere non per il potere,non per entrare a Palazzo, ma per andare incontro agli altri.

Senza populismi, ma con molta umiltà, determinazione e voglia di cambiare i rapporti di forza.