A cosa stai pensando?

E’ la domanda che viene fatta da Facebook al cliente che si connette.

E’ una domanda che potrebbe dire già tutto della dittatura di Internet sulle menti umane.

Non lo diciamo noi, ( uso il noi, perchè spero che l’opinione sia condivisa su questo blog).

Roger Mc Namee, un guru dell’informazione via web, che ha fatto i miliardi con Facebook e Google,ha sostenuto recentemente che è in fase di pentimento.

Nel senso che si è accorto di quanto fallace sia il regno di Facebook, dove gli incontri ravvicinati del terzo tipo danno la sensazione che sia possibile uscire dalla quotidianità alienante.

Su questo discorso sono tutti d’accordo.

Ma ormai Google e Facebook sono mezzi di produzione che hanno portato il capitalismo al trionfo universale.

La “substantia di Facebook”, infatti, è lo scambio e il mercato.

Ti chiedono un Like, e di solito  non lo nego a nessuno, come forma di cortesia.

Ma più metto “like”, più aumenta l’inconsistenza del tutto.

Scrivo questo perchè, unicamente per promuovere il blog  mi sono rimesso su Facebook dopo anni.

Ritrovando volentieri persone che non vedevo da anni.

Non c’è nulla di male,  c’è anche l’Isis, Trump in persona.

E un sacco di persone che fanno del bene e dicono cose sagge: di destra, sinistra, centrocampo ecc.

Il mondo di internet  è il mondo degli abitanti del pianeta terra.

Domanda:  il mondo reale  è la copia sbiadita del web, o viceversa?

Manca la filosofia, in quel mondo web.

Anche se ci sono siti di filosofia per tutti i gusti, è assente la presenza dell’essere come definizione di senso.

Parmenide, ad esempio, sosteneva che il linguaggio “è l’essere che non è”,include infatti la contraddizione, ( se dico A nego B).

L’essere in quanto essere, invece,scevro di materia gli uomini lo chiamano Dio.

Ora se uno pensa di pensare, se la sua autocoscienza fa del sapere di sè il limite e la consapevolezza della propria finitezza, non può pensare al nulla.

Invece il vero problema dell’andare verso il nulla indifferenziato degli oggetti e dei soggetti, è la coscienza occulta di Facebook, apparentemente al servizio di tutti, realmente  solo al servizio dell’accumulazione  sistematica di denaro, a colpi di banalità di metodo.

Come ha dichiarato il guru della tastiera, pentitosi di essere un dittatore dispotico delle menti, il fine di internet è quello di cancellare la realtà per regalare felicità effimere.

Come un oppio, o qualsiasi droga dei popoli, dove basta un clic per la redenzione.

Minima moralia, su Internet la selezione ci salverà dalla barbarie.

E nella Realtà?

Buon Natale.