Ora che un pensionato d’oro americano ha sparato 500 colpi da un Hotel di Las Vegas uccidendo 59 persone e ferendone 500 o non si sa quante, durante un concerto country, il mondo si interroga sul fatto che nella più grande democrazia del mondo circolano 300milioni di armi automatiche e che ogni anno sono 33 mila  i morti per colpi d’arma da fuoco.

Perchè lo abbia fatto, è dato non sapersi, la normalità americana prevede anche questo.

Sulla lobby delle armi, invincibile anche per Obama, si è già detto tutto il possibile.

Un presidente come Trump che vuole togliere in diritto di ingresso negli Usa a chi è musulmano è stato smentito da una tragedia: i fanatici psicopatici non solo non sono negri ,ispanici, islamici, ma sono bianchi e benestanti.

E’ stata  una lezione amara per tutti, ma fra un po’ tutto ritornerà come sempre, finito il cordoglio per le vittime di tale carneficina.

Nell’immaginario collettivo americano la difesa della individualità  ad ogni costo è un totem che appare in tutti i film, Bibbia e Winchester sono stati gli strumenti dell’Olocausto dei nativi americani nel XIX secolo.

Le stragi della follia omicida sono un classico dell’America da molti anni, quindi non è che Trump sia in qualche modo il mandante morale di Las Vegas.

Ma quando si fa una campagna elettorale sulla discriminazione razziale, in un paese dove negli stati del sud, i bambini neri non potevano frequentare le scuole dei bianchi fino al periodo kennediano, vuol dire essere irresponsabili, clowneschi come IT di Stephen King, un pagliaccio che racchiude l’orrore del mondo.

Lo so che scrivere che anche i bianchi americani sono psicopatici che possono uccidere è demenziale, ma andatelo a dire a Trump del “prima gli americani”.