E’ una maledetta arguzia della storia, come avrebbe detto Hegel, quello che sta capitando alla Lega di Salvini.
Quale atto dovuto la magistratura ha bloccato i conti dell’ex lega padana di Bossi, diventata con Salvini nazionalista – parafascista, per 48 milioni.
Motivo?
La finanza allegra del cassiere leghista che regalava denaro pubblico al giro dell’Umberto e comprava una laurea in Albania al Trota, figlio dell’Umberto ed erede al trono della bufala padana.
L’Umberto, il Trota, il cerchio Magico, il boss delle discoteche Belsito, che avevano trattato il denaro pubblico con la facilità con la quale nei film noir un gangster si accende il sigaro con una banconota da cento dollari, ora fanno ricadere le loro malefatte sul povero Salvini che, dal punto di vista fiscale, è onesto come lo era il borgomastro di Bergen – Belsen.
Certo che abbaiare continuamente che gli immigrati tolgono i soldi agli italiani e fare la vittima perchè il fondatore del tuo partito ti la lasciato un buco per interessi privati non è cosa da poco.
Ma Salvini e soviet leghista non devono temere nulla.
A Pontida gli ex padani si sono vestiti anche di blu, che porta poi al nero, ma questo è un attacco alla libertà d’espressione.
I soldi verranno ridati in modo che la campagna elettorale sia democratica, pulita, trasparente: tanto i soldi sono già andati in vacca.
L’Umbertone, che non è salito sul palco a Pontida, a suo tempo aveva dichiarato che coi suoi soldi la Lega poteva fare quello che voleva.
Peccato che i soldi facevano parte di quei miliardi del finanziamento pubblico ai partiti di una legge che un referendum aveva abrogato nel 1993.
Bossi si salvava perchè dichiarava di essere antifascista, in confronto a Salvini infatti è come Gramsci rispetto a Italo Balbo.
Ma antifascisti lo erano pure quelli di Mani pulite, che i leghisti volevano impiccare.
Una fine, quindi indecorosa per la Lega padana, per Maroni,l’uomo che sta con tutti perchè suona il blues, e pure per Salvini che viene considerato da Bossi traditore del Nord.
Più furbi che scemi, si direbbe.
Ma Silvio berlusconi, il duce del liberismo facile, salverà ancora tutto il centrodestra, nonostante gli apparenti dissidi.
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