Non è una tragedia umanitaria, nè un dramma, quello dei vitalizi.
E’ solo un atto di arroganza e di protervia della classe politica che non vuole concedere un euro alla battaglia per l’equità sociale.
Quandi ha fatto bene il liberale Ainis a spiegare su Repubblica la storia dei vitalizi, nati come indennità parlamentare durante la Rivoluzione Francese, per dare possibilità di accedere alle istituzioni anche ai cittadini non abbienti.
Ora i vitalizi, che negli anni passati hanno dato 3.200 euro al mese, anche a chi, a 50 anni, aveva fatto un sol giorno di presenza come deputato o senatore nell’arco di 5 anni, con la legge Fornero, dal 2012, sono a sistema contributivo, come per tutti i dipendenti pubblici.
La legge Richetti, vuole portare il contributivo anche per quelle indennità pregresse elargite con generosità lobbistica,il che si dice sia incostituzionale.
E poi come non si capacitano i più virtuosi, soprattutto fra gli azzeccagarbugli della sinistra, dove finiranno quei rappresentanti del popolo che si vedranno decurtato lo stipendio del 40%?
Non è che poi la retroattività del provvedimento riguarderà anche le pensioni ” normali” pagate con il retributivo?
Che fine hanno fatto i diritti acquisiti?
La risposta sta nel minimo senso di equità.
Chi ha accumulato due o tre vitalizi a sinistra ( mi sembra anche Mario Capanna …) dovrebbe fare un salto di qualità riformista verso il basso delle classi sociali, battendosi subito per il taglio del privilegio portandolo a regime contributivo, come è per i proletari che voleva rappresentare.
Per chi davvero ne ha uno solo, si può introdurre un contributo di solidarietà a seconda del suo status patrimoniale.
Se i conti li fanno in tasca a chi ha accumulato due pensioni, una di reversibilità e una sociale, possono benissimo farlo con chi ha messo da parte migliaia di euro in pochi anni di lavoro.
Ma qui casca l’asino, soprattutto a sinistra, anche se a destra non è che si facciano barricate per abolire i privilegi della Casta, come si fanno per impedire ai migranti di arrivare nei paesi.
I diritti acquisiti di chi aveva 35 anni di servizio nel 2012 non ci sono più, i diritti acquisiti di chi ha messo da parte una fortuna con leggi ad personam fatte per deputati, senatori, consiglieri regionali non possono essere riviste, quasi fossero leggi scritte sulle tavole sacre. ( dixit Sposetti Pd, un vero brigatista del vitalizio).
Naturalmente i Cinque stelle sono sull’unica barricata intatta dopo tante sciagure di malgoverno e di iniziative molto conservatrici.
Beccarsi i voti non fa schifo a nessuno.
Perchè anche sui vitalizi, come sullo Ius soli, come sulla legge elettorale, come sulle emergenze sui migranti, l’importante non è essere al servizio dei cittadini, ma essere al servizio dei propri elettori.
Ognuno si costruisce il proprio fortino elettorale, in questo caso l’anti-politica è davvero andata al potere.
Oggi 15 settembre scattano i vitalizi per gli attuali deputati e senatori.
1.000 euro al primo mandato, 1.500 per il secondo dopo 5 anni e 10 di lavoro.
Un operaio ci mette mediamente 42 anni di contributi, per avere 1.300 – 1500 euro di pensione, se tutto va bene.
Questo sì che è populismo, demagogia, anti – politica.
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