Ho preso il parziale sommario da un articolo su “Robinson” Repubblica di domenica 5 settembre titolato :” Ma ci serve ancora un mondo ideale”.

L’autore è Rutger Bregman,  giovane filosofo dei paesi Bassi con specializzazione all’università di Los Angeles, che ha scritto  ” Utopia per realisti”.

Il libro che non può non richiamare la libertaria espressione ” siate realisti chiedete l’impossibile” del maggio francese,  torna a immaginare un mondo dove si riduca l’orario di lavoro, si aprano le frontiere alle migrazioni, vi sia un reddito garantito per tutti: appunto un’Utopia stando alla situazione attuale.

L’utopia corrente, il vivere in un mondo diciamo “felice” nel senso di più giusto, più solidale, più umano è diventata però un incubo.

Perchè vince non solo l’individualismo, ma pure il conformismo della cattiveria e della crudeltà.

Il  genere umano forte, sicuro, nazionalista,democratico nei consumi, spensierato nella mediocrità culturale capitalista è imperante, aggiungo.

La vicenda dei “dreamers” americani, circa ottocentomila  giovani e giovanissimi che da anni studiano e lavorano negli States e che l’amministrazione Trump vuol rimandare a casa, perchè” prima vengono gli americani”, è come la classica ciliegina sulla torta della  reazione violenta al sogno americano.

Non solo il sogno americano in questo caso diventa un incubo per chi in America è andato per studiare, emanciparsi, lavorare, ma è entrato da clandestino in fasce, ma la sanatoria voluta da  Obama è vista come un atto di eccessiva bontà, quasi un’utopia per un genere di mondo che fa dell’odio e dell’intolleranza la linfa vitale per la difesa di interessi malsani.

La stessa cosa è facilmente avvertibile nel dibattito sulla malaria che ha colpito la bambina morta a Brescia.

Goebbels  da operetta,  nazionalisti   a tanto il chilo, sostengono che i migranti  ci portano  miseria, ci portano  malaria, ci portano infelicità.

Il nonno della povera bimba ha dovuto dichiarare che non è colpa delle due bimbe africane ricoverate nello tesso ospedale, se la sua nipotina è  morta.

Sperare, ed operare per un mondo migliore, dove soprattutto non prevalga il razzismo, il peggiore dei mali nella società, è diventato un’utopia buonista, un volo con la fantasia nell’iperuranio; un   incubo per milioni di individui magari semplicemente dotati di buona volontà.

Chi non rimane spiazzato dal vittimismo estremista plebeo sulla crisi, fomentato ad arte da imprenditori dell’incubo ?

Contrastare la reazione alla globalizzazione delle etnie, per poi dire che per i capitali non ci sono più frontiere, che il mondo deve essere interconnesso, è la libertà di chi usa in modo violento solo la supremazia delle forza, solo l’arroganza della propria ricchezza.

Quando in giro c’era la criminale Armata Rossa dei criminali comunisti, doloroso dirlo, c’era più solidarietà e meno cinismo

Bastardi comunisti, dove siete finiti?