Ha vinto il centrodestra alle comunali come era facile prevedere. Ha vinto anche l’astensione, soprattutto a sinistra, ma, in mancanza di un progetto, è un’amara consolazione.
Nella Genova della resistenza, del Luglio ’60, delle lotte dei camalli, di Carlo Giuliani, ha vinto per la prima volta dal dopo – guerra, una formazione di destra.
Grillo, dalle elezioni, esce male: ha fatto di tutto per aiutare Berlusconi in chiave anti – Pd, in realtà si è messo sulla scia dell’anticomunismo tipico dell’Italia conservatrice e reazionaria insieme alla lega di Salvini che, coi suoi discorsi anti-immigrati va avanti, anche perchè è l’unica che parla ancora di Legge Fornero.
Non so cosa penserà una parte dei Cinquestelle che proviene dalla sinistra, forse ripenseranno ad una scelta che sa di bagarre futurista senza uscita.
Tutto questo ha portato ad una sconfitta di tutta la sinistra, non solo del Pd.
I fuoriusciti, ancora insieme al Pd nelle liste civiche, sono un controsenso, Sinistra italiana c’è ma non si vede, l’astensionismo è il grido disperato di chi non solo non si sente rappresentato, ma si sente danneggiato proprio dalle scelte della sinistra storica.
Rimettere insieme i cocci sarà difficile.
L’astensione riguarda gli strati popolari, che giustamente non credono più a nessuno.
Non è una cosa bella.
L’astensionismo, che anche alle politiche francesi è stato altissimo, non è quello anarchico – rivoluzionario, è quello della rassegnazione che tanto nulla cambia.
Se Renzi andrà avanti in questo modo, sostituendo al centralismo democratico, il centralismo della rete ( come Grillo), finirà alle prossime elezioni nel nulla, oppure dovrà trovare un accordo con Berlusconi, mai uscito di scena, come quegli impresari che hanno sempre un nuovo show da presentare.
Alle prossime politiche, c’è tempo.
Nessuno vorrà andare a votare prima della scadenza naturale del 2018.
Tutto può succedere, diamine, ma andando avanti così una cosa è certa: la sinistra in Italia sarà un ricordo del secolo scorso.
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