E’ morto ieri Stefano Rodotà, uomo di sinistra, che si è battuto una vita per i diritti civili. Era uno della vecchia guardia, lontano dall’icona dell’attuale politico, venditore di fumo.
Ma domani ci saranno i ballottaggi, con una probabile vittoria del centro destra di Salvini, Berlusconi, Meloni e civismo vario.
Le amministrative non sono le politiche, i cittadini a volte scelgono il candidato che conoscono e ritengono bravo al di là del colore politico.
Se questo è un ragionamento universalmente condiviso, gli inevitabili riflessi sul quadro nazionale, però, non si possono ignorare.
Prima ipotesi: il Pd e la sinistra perdono Genova,roccaforte da sempre della tradizione operaia e da sempre in mano al centrosinistra.
Berlusconi, si rimetterà in campo per l’ennesima volta dicendo che in un colpo solo ha fermato i comunisti e i grillini.
Salvini e la Meloni prenderanno atto che uniti si vince.
Ritorno al futuro: centrodestra contro centrosinistra, escludendo Beppe Grillo.
D’altronde il centrodestra è al primo posto nei ballottaggi in 13 città, il centrosinistra in 6, per Renzi, che ha già dichiarato che il voto locale non è quello politico, si profila un ennesimo schiaffo.
La caccia ai voti grillini, fuori dai ballottaggi tranne che ad Asti e Carrara, è cominciata, ma è già finita.
Gli elettori Cinque Stelle o non andranno a votare, oppure daranno la preferenza a destra o a sinistra a seconda della provenienza.
La probabile vittoria del centrodestra, dimostrerebbe che la valenza politica della sinistra sul territorio, è cosa misera.
I fuoriusciti del Pd, Sinistra italiana, civatiani, più Pd che si presentano insieme in vari comuni, perdendo, confermerebbero che Corby è un miraggio e che aver abbandonato i ceti popolari per banche e affari poco chiari, è un prezzo da pagare anche a livello locale.
Se il centrosinistra deve aspettare la mediazioni di Prodi per trovare l’unità vuol dire che ha fallito su tutta la linea.
La messa sotto accusa di Giuseppe Sala, sindaco di Milano, per le vicende Expo, non aiuta il sol dell’avvenire.
Il ritorno di Berlusconi è patetico, ma è il termometro di una situazione politica, per ora, senza via d’uscita per la sinistra moderata o no.
Il partito dell’astensione la farà da padrone?
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