Dopo 43 anni la strage della Loggia ha dei colpevoli.
Sono stati condannati all’ergastolo la spia dei servizi segreti,Tramonte, e il fascistissimo Carlo Maria Maggi, che sconterà la pena a casa sua, visto che è malato gravemente.
Quando oggi si parla di terrorismo islamico e dall’altra parte si ostenta il braccio alzato del saluto romano, contrapponendo le due civiltà, è chiaro che si è di fronte a una lurida messinscena.
Gli stragisti da noi erano tutti italiani, tutti fascisti, tutti inseriti nel potere clientelare, mafioso,di una parte della borghesia della prima repubblica.
Quando si parla di antifascismo, oggi, come un residuo del passato, si calunnia e si diffama tutte le vittime della stragi della destra eversiva che non hanno avuto giustizia perchè i fascisti avevano tanti amici nella classe dirigente degli anni settanta.
Beppe Grillo, dove stava nel 1974?
E l’anticomunista Silvio Berlusconi?
E l’ex ministro della Difesa Ignazio Maria Benito La Russa?
E il nostro Gianfranco Fini?
E Giorgio Almirante,che è nel Pantheon dei Cinque stelle?
Se c’è un merito storico della sinistra radicale, allora detta extraparlamentare, è quello che allora migliaia di giovani militanti, insieme a tanti operai e proletari del PCI e del Psi, contrastarono l’eversione nera pagando un grande tributo di sangue, che al confronto, la durezza degli uomini forti come Salvini e Di Maio e altri è una celebrazione furbesca del gioco facile senza rischi.
La strage della Loggia, che colpì una manifestazione sindacale,fu l’esempio lampante di come una parte dell’Italia repubblichina, salvata dall’amnistia di Togliatti, voleva liquidare la democrazia in Italia lavorando per un colpo di stato.
I sodali dello stragismo sono ancora in circolazione.
Se la prendono con gli immigrati.
Dicono di essere dalla parte degli operai e degli ultimi.
Solo per questo vale la pena essere ancora comunisti.
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