Tempi duri per i conservatori di Theresa May nella Gran Bretagna della Brexit.
Dopodomani si vota per le elezioni politiche, su volere proprio della primo ministro inglese,che vuole rafforzare la scelta della linea dura sulla Brexit nella trattativa con la UE.
I sondaggi, fino a tre settimane fa, davano i conservatori come favoriti, il povero Jeremy Corbin, leader del partito laburista, veniva dato per spacciato.
Ora le cose sono cambiate.
L’ultimo attentato al London Bridge, che è seguito a quello di Manchester, ha messo sotto accusa l’intelligence inglese, incapace di fermare e neutralizzare i terroristi islamici che addirittura facevano shopping di radicalismo sulla rete.
La May avrebbe ridotto le forze di polizia di ventimila unità, avrebbe sottovalutato quello che è accaduto a Manchester, avrebbe usato parole di circostanza su come fermare l’islamismo radicale.
I conservatori, forse vinceranno, ma la lady di ferro è parsa tutt’altro che il clone della Thatcher.
L’Indipendent, giornale di opposizione, ha scritto cose velenose, ma vere, sui conservatori inglesi e in particolare sulla May.
Il giornale ha ricordato che la Gran Bretagna, in particolare, non ha il coraggio di dire che la sua condotta in Medio Oriente è tutt’altro che limpida: vendita di armi alla stati del golfo, appoggi all’Arabia Saudita, non sono certo sinonimo di fermezza anglo- sassone davanti al nazi islamismo dell’Isis.
Insomma in Inghilterra si è oggettivato quello che tutti sanno.
Il Qatar fa affari in tutta Europa, Italia compresa, anche se è stato lasciato solo, ( a parole), perché Arabia Saudita, Yemen, Egitto, Emirati, e il governo di Tobruk si sono defilati dalla compagnia dei bombaroli.
L’emiro Al- Thani appoggerebbe i terroristi.
Segreto di pulcinella, dove c’entra poco la guerra di civiltà contro l’Occidente,visto che il Qatar farà pure i mondiali di calcio del 2022.
I laburisti di Corbin, che non sono il Pd, ma neanche i fuoriusciti, hanno la possibilità di rilanciare un partito del lavoro là dove è nato più di cento anni fa.
Il programma di Corbyn è semplice: che i più deboli non paghino l’uscita dall’Europa.
Mentre la classe operaia italiana sembra fregarsene della proposta a sinistra, in Inghilterra, il vento può cambiare, e questa volta in meglio.
Si vota di giovedì, con sistema maggioritario, senza tante balle e tanti fronzoli.
Lì almeno l’Inghilterra è un paese democratico.
Arriverà a Londra anche Trump a fare il difensore della civiltà dei bianchi.
Se ne stava a casa sua a curare i gerani dall’effetto clima, era meglio.
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