Un voucher vale o valeva dieci euro,7,50 netti al lavoratore e due versati per la contribuzione Inps.

Il referendum voluto dalla Cgil è stato evitato, perchè il governo si era impegnato a legiferare sull’argomento ex novo, con l’abolizione della norma dei buoni lavoro.

La nuova legge sui voucher, invece, sembra ricalcare quella vecchia, alla faccia della costituzione repubblicana e di chi ha sottoscritto il referendum.

Da qui l’ennesima “fibrillazione”come dicono i giornalisti veri, della maggioranza.

Con l’art 1 Mdp che ha votato contro quella che viene considerata l’ennesima bufala di Renzi & company.

Il voucher doveva far emergere il lavoro nero saltuario, lo strumento non era da buttar via.

Poi, però, si è scoperto che invece dei vari contratti di lavoro in entrata, ( circa quaranta),i datori di lavoro pagavano in voucher anche lavoratori che prestavano l’opera in maniera continuativa,( il linguaggio  da protocollo d’intesa nasconde l’ennesima furbata italiota).

Da qui la protesta Cgil per la reintroduzione dei voucher calmierati, e la manifestazione del 17 giugno  di tutti i sindacati contro  il governo Gentiloni – Renzi che ha evitato il referendum per non ripetere il 4 dicembre.

Dietro i voucher ci sta il lavoro nero, dietro ci sono i salari, tra i più bassi d’Europa, l’eccessiva tassazione sia per i lavoratori, sia per le imprese, pesa sul netto della busta paga.

Ma per detassare il lavoro, ci vogliono soldi che non ci sono, visto che l’Italia ha il debito più alto  in Europa.

Quando si.parla di salario,scappano tutti: appalti in voucher,subappalti in nero,caporalato in agricoltura ed edilizia,stage camuffati da lavoro, lavoro camuffato da stage.

E poi la verità senza post: più disoccupazione, meno retribuzione.

In parole povere e antiche: lavora, ringrazia la Maria Vergine, e soprattutto taci.

L’obiettivo  è chiaro: pagare una miseria il lavoro salariato, fare profitti giganteschi, reinvestirli nella finanza, per poi dichiarare il fallimento spostando l’attività in paradisi lavorativi dell’Europa dell’Est.

La formula è perfetta e non conosce pietà.

All’Ilva di Taranto i sindacati hanno sempre accettato il rischio cancro per la certezza lavoro, ora con i seimila licenziamenti palesati si vorrebbe monetizzare ancora una volta la salute degli operai?

Come si vede la questione voucher non è il problema principale del nostro tempo post -industriale.

Si rispettassero le leggi sul lavoro, tutte e per tutti, non ci sarebbero un pugno di voucher a dividere il mondo fra buoni e cattivi.

La lotta di classe dovrebbe riguardare i diritti di chi lavora, i diritti delle piccole imprese che fanno fatica a reggersi contro i monopoli, l’estensione dei diritti ai migranti sottraendoli alla mafia,la parità salariale uomini e donne, la sicurezza fisica di chi lavora etc.

D’Alema & Bersani e soci, nuovi sinistri, non la possono fare.

Chi pagherebbe il loro essere nomenclatura?