Dopo che un italiano – magrebino  ha ferito a coltellate un poliziotto e un agente durante un controllo di routine alla stazione Centrale di Milano, si sta creando un clima di falsa tensione per la manifestazione pro migranti di oggi.

Il giovane arrestato sembra essersi radicalizzato di recente, i suoi osanna per l’Isis su FB,lo hanno portato ad essere indagato per terrorismo.

Il presidente della Regione Maroni, irreprensibile difensore della legalità lombarda e italiana, che ha qualche intoppo con la procura di Milano, ( innocente fino a sentenza definitiva…), è invece fiscalissimo quando parla di immigrazione: la manifestazione antirazzista non è da farsi, ha dichiarato subito dopo il fatto.

Salvini ha già detto che chi andrà alla manifestazione è complice, di tutti i mali del pianeta terra.

Ma il lepenista nostrano, si sa, è un caso patologico.

Quello che ha sorpreso sono le dichiarazioni di Stefano Parisi, che ha sentenziato che andare in piazza contro il razzismo “è pura retorica lontana dal paese”.

Per un liberale moderato è un’uscita snob e gratuita.

Meno male che Parisi non è il sindaco di Milano.

Il sindaco Sala, invece, ha confermato che la manifestazione si terrà.

Il Comune di Milano, ricordiamo , ha organizzato l’evento sull’esempio di quello che è avvenuto a Barcellona, in febbraio, dove sull’emigrazione hanno sfilato 150.000 persone.

Ci saranno quindi associazioni libere di volontariato, trenta comunità straniere, comitati impegnati sul territorio, cittadini, politici, sindacalisti, laici e cattolici.

Quell’universo che  in tutta Europa  si occupa di immigrazione.

In un paese  civile,  una manifestazione per un fine umanitario non ha bisogno di grandi commenti: la vicenda si spiega da sola, va sostenuta, va promossa anche in altre situazioni.

Cosa c’è da portare a casa?

Il rispetto della Costituzione che non discrimina per sesso, razza, religione.

Il rispetto dei diritti umani dei regolari, dei clandestini, dei bravi e dei cattivi.

Ci saranno anche i centri sociali, come ci sono in Francia, in Grecia, in Germania, in America in varie altre forme.