Non poteva essere che di origine americana il concetto di post – truth, cioè post verità.
Fu usato per il caso Watergate e per la Guerra del Golfo di Bush padre.
Significava che le emozioni e i sentimenti autoreferenziali sostituiscono la verità oggettiva.
Non esiste più una verità oggettiva.
Esiste una verità percepita, che ieri era quella della Tv, e oggi è principalmente quella del web.
Parlare di post – verità, e non semplicemente di menzogna, fa tendenza.
Scrittori, e filosofi di rango come Baricco, Ferraris, ma anche giornalisti come Aldo Grasso e Gramellini sui vari giornali e network, solo per citarne alcuni, si cimentano sulla post – verità
Che la menzogna di oggi, non abbia nulla da invidiare a quella di sempre e di ieri, è risaputo: la più grande fake news , è il negazionismo sull’Olocausto.
Il problema è che mentire è del regno degli uomini, mentre la verità è del regno di Dio.Ma oggi mentire, praticare la maldicenza, la calunnia, la catttiveria non è considerato un crimine morale.
Quando a Joseph Conrad fu fatto notare che un suo libro, ( Il caso), era diventato troppo lungo, nella versione riveduta, lo scrittore nella prefazione scrisse all’incirca che se uno vuol essere sintetico sul senso della vita, basta scrivere su un pacchetto di sigarette: si nasce, si soffre, si muore.
Povero Conrad, non conosceva il twitter – search, la verità del momento, la sensibilita’ di un’imprecazione e di un prurito esistenziale, fatto passare per sintesi evangelica di saggezza.
Chi immaginava che la violenza della menzogna diventasse uno sport di massa?
Anche a livello individuale ed esistenziale la verità è come cercare un “ago in un pagliaccio”, come dice Diego Abatantuono in uno spot pro ospedale Monzino di Milano.
La manipolazione dei fatti studiata a tavolino, la comunicazione orchestrata da costruttori di menzogna con il web, ha raggiunto l’apice a livello storico- sociale.
Se io dico che A = A, posso dire che A è diverso da B: ma se costruisco una narrazione in cui A può diventare anche B, costruisco un pensiero politico dominante.
La narrazione poco veritiera, oppure del tutto menzognera, passata da verità nella fattualità mondana, può diventare uno spargimento di sangue se l’obiettivo della menzogna sono quelli che la verità la possono praticare in un solo modo:lavorando per un pezzo di pane.
La post – verità, insomma, potrebbe essere una sovrastruttura ideologica generata dalla produzione materiale della comunicazione-informazione del Web, per far passare una menzogna solenne:che la natura e l’universo sono indipendenti dallo sfruttamento dell’uomo sull’uomo.
Un inguaribile follower del marxismo teoretico, potrebbe anche pensare che dire una menzogna su vari argomenti come lavoro, produzione, emigrazione, per poi farla diventare vera on line, fa della menzogna una sfrontatezza, un cinismo, una sopraffazione,una voglia di manipolare pure il mondo apparente creato e lavorato dagli uomini.
In questo modo la narrazione soggettiva, tendendo ad escludere un oggettività pratica sui rapporti di produzione della vita ,snaturerebbe la stessa arma della critica in una post verità consolatoria.( Il buonismo sociologico che sta dalla parte delle vittime della menzogna).
Il pagliaccio consapevole è un nobile personaggio del circo, con il trucco pesante, con le capriole che diventano culate: fa ridere i bambini, e questo già lo porta nel regno dei cieli.
Il pagliaccio, nel quale è difficile trovare una sincerità d’intenti a costo di squartarlo con la confessione dell’inquisitore è, secondo la definizione estesa del dizionario italiano, l’incoerente, il buffone etico, la canaglia falso – sentimentale,il forte con i deboli e il debole con i forti.
La post – verità è il mondo capovolto, dove non esiste una verità che possa dirsi rivoluzionaria, perchè la verità schietta, sincera, onesta,non costruita è degli ingenui, delle anime candide, dei bambini, dei folli, dei creduloni, dei non istruiti.
Lasciamo ad ognuno di voi immaginare chi ci guadagna dal traffico della post – verità.
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