Kim – Jong – Un, nato nel 1984,studi a Berna sotto falso nome, amante del lusso e della pallacanestro, è un dittatore stalinista totale che vuol salvare il suo paese dal degrado del mondo Occidentale, a suon di missili.
Kim, in arte Ciccio bomba, sia per la sua postura, sia per la sua vocazione atomico – bombarola, non sembra essere così cattivo come descritto dalla stampa internazionale.
Pare invece uno che parla di socialismo immaginando che il mondo sia quello del 38° parallelo, della guerra fredda, dell’imperialismo americano.
Anche se l’imperialismo americano e il suo braccio armato, la Cia, secondo fonti governative indigene, pare volessero far fuori Ciccio Bomb: di comunisti ne hanno sempre uccisi i ragazzi dei servizi d’intelligence yankee, anche meno pericolosi di Kim.
Ciccio bomba,quando parte un missile è contento.
La pletora di generali che lo circondano batte sempre le mani a qualsiasi suo gesto, così il popolo che si vede nelle poche immagini di repertorio che escono dal paese.
Se qualcuno non è contento come lui,capace di ammazzarlo.
I suoi estimatori italiani sono il senatore Razzi e Matteo Salvini.
Gli ambasciatori di pace verso il restante comunismo stalinista forse stimano le città deserte della Nord Corea, dove i migranti vengono mandati in orbita coi missili.
Razzi ha più volte detto che la Corea del Nord è una Svizzera per ordine e pulizia. Basterebbe questo per screditare Ciccio Bomba kim.
Il socialismo di Ciccio Bomba Kim sembra patetico, grottesco, comico se non fosse per quelle parate dove le bombe vengono esibite come fossero “droni del Signore” e per le notizie internazionali che reputano il suo popolo alla fame. ( ?!).
Insomma Mosca all’epoca di Breznev sembrava, confronto alla Corea del Nord di oggi,un paradiso dei lavoratori.
Se i contadini in Corea muoiono di fame perchè il bilancio se ne va per gli armamenti, prassi prettamente imperialista e anticomunista, a Caracas in Venezuela, nei barios poveri, i chavisti delusi scendono in piazza contro Nicolas Maduro Moros, ex sindacalista, nato nel 1962 che ha preso il posto del defunto Chavez.
Il socialismo alla cubana è sull’orlo del collasso anche a Caracas.
Mentre nel caso della Corea è lecito usare il “si dice”,qui invece è documentato che i poveri muoiano di fame e che la casta al potere, anche in questo caso militari e apparato dello stato, invece di sparare cazzate come in Occidente, sparino sulla folla.
Maduro, sostenuto da Cuba, paga il crollo del prezzo del petrolio che costituisce il 95% delle entrate del Venezuela.
L’erede di Chavez non vuole andare a elezioni.
Ha paura di perderle, fra il governo e il parlamento c’è una frattura insanabile, non credo che in questo caso sia solo la ricca borghesia ad essere contro un governo popolare come era stato in Cile nel 1973, ( la manifestazione delle donne di oggi organizzata da una esponente del centro destra, non cambia la situazione).
Se già la sinistra è in crisi, guardando alla Nord Corea e al Venezuela c’è da chiedersi se l’aver perso non sia stata una fortuna.
Per questo tipo di socialismo, di pallottole e violenza su studenti, dissidenti e popolo,non c’è mai stato futuro.
Anche di questo dovrebbe parlare la sinistra radicale, e/o radical – chic.
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