Archiviate le primarie del Pd, con la vittoria di Matteo Renzi, ormai i partiti guardano alle elezioni amministrative, e in prospettiva alle prossime elezioni politiche.
Non c’è stata nessuna suspense,
Renzi, piaccia o non piaccia,con un successo schiacciante, si è ripreso la segreteria del partito democratico.
Lenin diceva che quando si parla di un milione di persone si parla di politica, quindi l’affluenza, non certo bassa, ha ridato fiato al renzismo – macronismo – obamismo – blairismo, contro il populismo.
Adesso da parte della sinistra c’è da fare due conti, con la matita del salumiere.
Il suggerimento di Pisapia di unire le forze dei democratici, per rifare un Movimento Arancione modello Milano, è l’unica chance per la sinistra intera di non andare incontro a una disfatta.
Perchè se con Renzi ha vinto la sinistra liberal alla Macron, votato anche da Cohn Bendit, ( ma duramente avversata dalla gauche antagonista), la sinistra “socialdemocratica e/o radicale viaggia in brutte acque.
Gli scissionisti alla Bersani, e D’Alema, che rappresentano una ” sinistra” da ceto politico pre – pensionabile con vitalizio, raccattano oggi un 4%.
La Sinistra Unita di Fassina, Fratoianni e di Civati che almeno sono stati coerenti nel cercare un’alternativa a Renzi in tempi non sospetti sono quasi al due per cento nei sondaggi.
Sintesi: alla sinistra di Renzi c’è, ad oggi, nemmeno quello che Rifondazione da sola prendeva alle elezioni sedici anni anni fa.
Ma si sono chiesti i “sinistri” alla sinistra del Pd, come mai in Francia sacche di resistenza di studenti, precari, migranti hanno votato Melenchon, sinistra radicale?
Non è per caso che la sinistra in genere in Italia è vista come parte integrata di una nuova classe dirigente chiamata Casta?
Che ha votato la riforma delle pensioni per gli altri e difeso i vitalizi per sè, in piena crisi?.
Non è un caso che dei Bertinotti e dei Vendola proprio la classe operaia non si fidi più.
D’altronde il voto per Renzi una cosa ha sancito: i Bersani i D’Alema, i Cofferati sono considerati opachi opportunisti dagli stessi elettori del Pd.
Piuttosto di votare l’opportunismo di personaggi che ormai non hanno credibilità alcuna, molti a sinistra da tempo pensano ai Cinque stelle,( lo ha fatto anche il compagno Valentino Parlato,che ci ha lasciato), altri all’astensione.
Altri ancora rimangono renziani senza esserne convinti.
A questo punto vale tutto.
La sinistra sonnacchiosa, conformista e opportunista e un po’pavida ha un solo modo per riscattarsi:eliminare i vitalizi, promuovere il reddito di cittadinanza con i Cinque stelle,( ma anche senza), battersi per la riduzione della giornata di lavoro,tener duro sull’accoglienza.
Se Renzi è il continuatore di Berlusconi, meglio prendersela con l’originale.
Senza dare fiato alla destra normale, ma soprattutto a quella radicale.Nessuno mi farà digerire il fatto che Mussolini era meglio di Giolitti, Hitler di Hindenburg, Trump di Omaba…
6 Maggio 2017 at 22:51
Caro Carlo, ti ringrazio sempre per la tua collaborazione e gentilezza nei commenti. La sinistra, cosiddetta radicale, sarà sempre più ristretta ai disperati intellettualmente e/ o disadattati della post verità, cioè della menzogna imperante anche a sinistra.
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2 Maggio 2017 at 23:00
Analisi ben fatta; meglio di tante che circolano in questi giorni. Ma!
Ma è tutta fondata sulle dinamiche. I contenuti sono “presunti”,ma mai citati. Ad esempio “la sinistra radicale” è una categoria derivata da una classificazione dove si presume che un bravo Linneo abbia azzeccate tutte le piante che fanno parte della famiglia. Ma cosa pensa la sinistra radicale? Cosa pensa la sinistra non radicale nelle sue sottospecie: i renziani, i bersaniani, i bertinottiani, i dalemiani e via declinando. Che visione hanno del futuro rispetto ai problemi di chi?
Non si capirebbe il successo di Melenchon, seppur nella sua parziale ed insufficiente quantità. Insufficiente per vincere al gioco della “democrazia”, ma forse utile a riprendere a declinare temi coniugati con persone in carne ed ossa prima che con imprese e apparati.
Occorre fare uno sforzo per capire che siamo già oltre la frutta e che bisogna ricominciare tutto daccapo …
Coraggio e grazie! Ciao, Carlo
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