Ora che il nuovo fascismo anche in Francia si afferma come seconda forza del paese, ora che le tendenze religiose nazionaliste prevalgono sulle ragioni storiche della guerra contro il Male assoluto,l’Europa democratica deve per forza unirsi.
Le divisioni di oggi sulla Brigata Ebraica, però, sono l’ennesimo esempio di come la sinistra abbia perso la bussola in Italia.
Le ragioni dei palestinesi contro il governo israeliano sono arcinote in tutto il mondo, ma la diffidenza di segmenti antifascisti verso la Brigata ebraica vuol dire ignorare la storia più recente.
Soprattutto oggi.
Quando in un tabaccheria di Jesolo cinque turisti israeliani contestano duramente il proprietario di vendere accendini con il ritratto di Hitler, vuol dire che ormai il nazismo e l’Olocausto sono considerati souvenir inoffensivi.
Ci dovrebbe essere il massimo di unità nel denunciare chi del nazifascismo fa un male del secolo breve ormai superato.
Il programma della Le Pen e di Salvini, ad esempio, ricorda il programma sociale del manifesto di Verona della Repubblica sociale italiana.
Nella forma il fascismo non esiste più, ma non è così.
Nella sostanza il ritorno dei nazionalismi reazionari con i loro metodi di esclusione di parte della popolazione non francese, non italiana, non americana, non russa, porta solo a cose brutte.
Per cui la Brigata Ebraica, con tutti i suoi presunti limiti di correttezza politica verso i palestinesi dovrebbe essere lasciata stare.
Anche perchè contro i nazisti aveva combattuto.
Fu istituita da Churchill nel 1941, partecipò con gli Alleati allo sfondamento della linea gotica, si ribellò all’Olocausto del proprio popolo.
Non così i musulmani che erano favorevoli al nazismo che stava eliminando gli ebrei nel mondo.
La vicenda del gran Mufti di Gerusalemme che dal 1941 fece grande alleanza con Hitler nel massacrare gli ebrei, quella dei Fratelli musulmani che attendevano Rommel ad Alessandria d’Egitto come liberatore, il Nasser che non disdegnava di assumere fra le sue fila ex SS per combattere Israele, non sono certamente testimonianza di antifascismo.
Eppure nelle banlieu islamiche sembra che il voto sia andato a Melenchon, della sinistra radicale,eppure sempre la Le Pen in campagna elettorale ha nuovamente negato il collaborazionismo nella deportazione degli ebrei durante l’occupazione nazista.
In questa confusione terrificante salvare la coerenza rivoluzionaria della sinistra contro il fascismo è il minimo.
Rispondi