Una crisi di sistema, l’ha definita Massimo Cacciari, non a torto.

La crisi del Pd, non è drammatica in senso assoluto, anzi può essere foriera di novità a sinistra.
Ma, non si può negare, che la Destra, ideologicamente parlando, stia attraversando un momento magico, quale si era mai visto dal dopoguerra in poi.

Il trumpismo e le sua intolleranza alla democrazia liberale, il suo razzismo strisciante, il suo capitalismo autarchico, ha dato il via agli effetti imitativi nella quotidianità.

Il popolo della destra radicale in tutta Europa non vede l’ora di iniziare a menare le mani contro qualche immigrato, qualche comunista, qualche cattolico progressista,qualche emarginato di colore ecc.

Non è vittimismo: se si dovesse fare la conta delle nuove violenze tramite web, delle bastonature mediatiche, delle mazzate anche reali contro ” la diversità”, religiosa, razziale, sessuale,ne conteremmo a centinaia solo in Italia.

Quella orribile vicenda delle donne nomadi, chiuse in uno sgabuzzino di un supermercato di Follonica, riprese da uno dei dipendenti e messe in rete ha trovato ampi consensi sul web.

Mentre la direzione del supemercato aveva stigmatizzato l’episodio del sequestro di persona, non sono mancate adesioni fasciste  ai difensori della razza.

Il problema per i democratici, non è tanto quello di riscoprire un’antifascismo da anni settanta.

Ma è quello di rispondere colpo su colpo, culturalmente e nella prassi deomocratica, al ritorno della notte deila ragione, prima che diventi una nuova notte dei cristalli.

Il pericolo è ancora remoto, non è il caso di drammatizzare, già detto tante volte.

Ma la crisi ha prodotto un’ideologia di massa che cerca capri espiatori su cui scaraventare odio e rancore accumulato.

Quando si diffonde la paura del domani, quando si miete intolleranza anche verso le palme e le banane di piazza Duomo, è come se si dicesse che ” gli ebrei avvelenano i pozzi”,

Oppure si affermasse quello che Hitler disse al grande fisico Max Plank:” personalmente non ho niente contro gli ebrei, è che dove c’è un ebreo, c’è un comunista”..

Perchè, alla fine è sempre  lì,che si finisce.

Pure se i comunisti organizzati sono davvero una sparuta minoranza,oppure sono solo “sinceri democratici”, ( come si diceva una volta), la destra radicale teme che la democrazia nasconda l’ideologia marxista dell’uguaglianza, che oggi è  una bestemmia, retaggio del Secolo Breve.

E’ da anni che la militarizzazione delle curve ha i connotati del nazi- fascismo.

Dal “devi morire” dell’avversario in campo, qualcuno gioca e ride al “devi morire” delle razze bastarde e inferiori..

Chi semina vento, raccoglierà tempesta è slogan troppo abusato: ma affemare che l’antifascismo è una valore assoluto non è demagogico. E’ democratico.