L’importante è “esserci”.

Esserci non tanto nel senso heideggeriano del Da Sein, Essere determinato,ma nel senso sanremese dell’essere per lo spettacolo, l’essere visto,valutato,stimato nella rappresentazione.

Si direbbe che l’unica e vera cultura dominante,che non ha bisogno di grandi intermediari professionali, è quella del vendere e del comprare.

Vendere per quello che non si è,comprare tutto quello che si vorrebbe essere.

L’anima è diventata solo un soffio vitale,pneuma,qualcosa che ha bisogno di essere rinnovata per dire che non si è morti

Se questo è nichilismo non è colpa dei nichilisti,ma degli ottimisti del cuore contento il ciel l’ aiuta.

La speranza che è ” l’ultima a morire”, vale per tutti,bisogna vedere cosa ti aspetti dal mercato dell’ esistenza.

Lo abbiamo visto nella bruttura di sanremo dove le esigenze di marketing del politicume di destra e di sinistra, hanno messo insieme una confezione regalo di una volgarità esasperante.

Non mi riferisco, moralmente e in modo bigotto sui vari baci “trasgressivi”, sulle sollecitazioni alla liberalizzazione della canabis ( cose da paese anormale visto che si calcola che sei milioni di italiani si dice facciano gli spinelli compresi i parlamentari che non consumano solo cocaina), ma al mercato della costituzione, della libertà,della pace generica, della guerra specifica etc.

Il gran Bazar non è stato foriero di alcuna rivoluzione dei costumi,la TV ha sistematizzato quello che accade tutti i giorni nella società civile.

La sinistra che non c’è più,fa notizia per mezza giornata, poi cosa vuoi fare? Se non tentare di vendere un nuovo marchio in competizione con l’ altro….

Mi compro il consenso e me lo vendo,le istituzioni possono aspettare,in fondo siamo nel regno del carpe Diem senza bisogno di consultare i classici.

Il paese non va a votare?

Pazienza,almeno non si creano illusioni.

La disaffezione verso la politica dopo decenni di delusioni e’ normale.

L’importante è che lo spettacolo del mercato non confligga con il mercato dello spettacolo.