Giorni caldi in tutti i sensi per la perdente ( stando ai sondaggi) coalizione di centro sinistra.
Mini storia
L”espressione metaforico -politica dei due forni,in modo da preparare un pane congeniale ai propri interessi, fu coniata negli anni sessanta dal solito Giulio Andreotti .
Il contesto della tattica andreottiana era quello di un centralità democristiana che sapesse cuocere il consenso sia coi socialisti,ma anche coi missini.
In epoca recente Berlusconi e Tajani,il cuore di Forza Italia, avevano rispolverato la doppiezza dei forni per accreditare Forza Italia come partito capace di flirtare con Salvini e Meloni,ma anche con quella destra del Pd fuoriuscita,( Calenda,Renzi ) che vuole occupare il centro.
Mister B,ad esempio, che si è dichiarato anche ieri estimatore di Draghi,è andato poi verso la destra estrema per avere un minimo spazio di manovra liberale e per contare qualcosa nella spartizione del bottino elettorale,confermando che il suo opportunismo e’ sempre funzionale all’anticomunismo dei fantasmi.
L’ accordo fra Calenda,Letta,Di Maio sui collegi uninominali e proporzionali di un giorno fa,ha fatto fallire l’ipotesi centrista,per scimmiottare un Ulivo 2.0 privo di Prodi e Rifondazione.
Mini market
La Sinistra Fratoianni – Bonelli,dopo l’accordo Letta – Calenda e’ tentata dal terzo polo con Cinque stelle e forse Unione popolare.
Che ci fa Fratoianni con la Gelmini? Niente,ma alcuni seggi potrebbero fare comodo nell’uninominale.
Come aveva notato intelligentemente Ezio Mauro il centro era diventato il nuovo paradiso terrestre: una cultura dell’indifferenziato a sinistra e a destra che potesse cogliere la volatilità dell’elettorato, oppure dare una chance all’astensionismo endemico.
Insomma il centro,nel sogno di Calenda e centrismo,andrà sicuramente incontro ai delusi della destra,diventata estrema. Si corre per le poltrone (seggi),nelle elezioni è l’ unica cosa che conta.
Così con Di Maio recalcitrante, Calenda,Brunetta,Gelmini , Il famoso centro di gravità permanente che sappia superare uno sbarramento elettorale del tre per cento, cioè un proporzionale tarato su misura per avere un posticino al sole, è pronto.
I cinque stelle, però, rischiano di essere il capro espiatorio della cacciata di Draghi,ma annientarli dal centro è un errore grossolano per una sinistra che punta,come dice,ai temi sociali.
Gli espertissimi dicono che ora che il populismo sta ritornando, il vero centro & sinistra è il nuovo che avanza,nel segno dell’Agenda Draghi,che però gli italiani non conoscono.
Una volta che destra e sinistra ridiventano conservatori e progressisti (la Meloni gioca a fare la conservatrice in Europa),si apre la caccia ad un moderatismo sinistrato insipido di lotte sociali,di ideali realizzabilii,di storie democratiche da rivendicare,ma sicuro di arginare la Destra orbanizzata.
Minima moralia
Il paradosso è che Conte,primo ministro con Salvini agli interni, forse potrà fare il leader di un terzo polo con Fratoianni,Bonelli,De Magistris,Acerbi.
L’opportunismo di certe posizioni centriste è stomachevole: vogliono andare a governare con manciate di voti senza badare troppo a prendersi cura dei giganteschi conflitti sociali.( Vedi Renzi).
Il paradosso è che il PD sta in una coalizione che non accontenta nessuno: da Calenda a Fratoianni comunque vada.
All’insegna del pragmatismo, il centrismo è quello delle promesse mancate,la sinistra quello delle lotte mai fatte negli ultimi tempi.
La Destra non ha problemi se non di supremazia fra liberali di destra e amici di Orban.
L’importante a questo punto è votare contro l’Estrema destra.
O no?

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